Terrà

Serve una vera politica agricola
Arriva la deroga alla Pac, la cura palliativa dell’Europa. Ma gli agricoltori non abboccano

di Gaetano Mineo

La Commissione europea ha annunciato una nuova proroga della deroga alla regola della Politica agricola comune, confermando la persistente esitazione nel prendere decisioni in risposta alle crescenti proteste degli agricoltori europei (i buoni propositi sono sempre ben accetti!). La regola in questione, richiede agli agricoltori di lasciare delle quote di terreni a riposo per accedere agli aiuti comunitari, un onere che molti agricoltori considerano eccessivo e dannoso per la loro attività. E’ stato il vicepresidente dell’esecutivo comunitario, Margaritis Schinas, ad annunciare questa proroga, sottolineando che la misura offre “ulteriore flessibilità agli agricoltori in un momento in cui devono affrontare molteplici sfide”.

Tale flessibilità, tuttavia, sembra più un tentativo di addolcire la pillola che una risposta concreta alle legittime preoccupazioni degli agricoltori. I maligni parlano di mosse di Bruxelles in vista delle elezioni europee in programma il prossimo giugno. La stessa presidente della Commissione europea ora scende in campo a sostegno degli agricoltori definendoli “la spina dorsale della sicurezza alimentare dell’Ue e il cuore delle nostre zone rurali”. Ursula von der Leyen manifesta anche tutta la disponibilità rimarcando che “continueremo a dialogare con i nostri agricoltori per garantire che la Pac raggiunga il giusto equilibrio tra la risposta alle loro esigenze e la continua fornitura di beni pubblici ai nostri cittadini”. Le proteste, che vedono agricoltori schierare trattori sulle strade di diverse città europee, sono scaturite, principalmente, dalla percezione che le politiche agricole europee non tengano sufficientemente conto delle difficoltà che il settore sta affrontando.

Gli agricoltori sembrano essere sempre più scettici riguardo a promesse che non si traducono in azioni concrete

Disastri meteorologici, tensioni geopolitiche e prezzi elevati dell’energia sono solo alcune delle sfide che le imprese agricole stanno affrontando e la Pac sembra non fornire risposte adeguate a tali problematiche. Von der Leyen, ha cercato di tranquillizzare gli agricoltori, affermando che l’impegno duraturo della Commissione è evidente attraverso il bilancio della Pac del valore di circa 387 miliardi di euro. Ma gli agricoltori sembrano essere sempre più scettici riguardo a promesse che non si traducono in azioni concrete. Anche la proposta di Bruxelles di rinnovare l’esenzione dai dazi doganali per l’Ucraina, ma “con misure di salvaguardia rafforzate”, è stata accolta con poca convinzione dagli agricoltori, in quanto temono che queste misure non siano sufficienti a proteggere il mercato europeo da importazioni eccessive, mettendo a rischio la sostenibilità delle loro attività.

Anche in questo caso, la decisione di mantenere l’esenzione dai dazi doganali sembra più una mossa politica che tiene conto degli interessi geopolitici, piuttosto che una risposta ponderata alle preoccupazioni economiche che sta vivendo il comparto. E così mentre Bruxelles assicura di essere sensibile alle proteste, il divario tra le promesse fatte e le azioni intraprese continua a crescere. Non a caso la protesta continua ad aumentare, aprendo nuovi fronti in altre città europee, con file di trattori che bloccano strade e zone nevralgiche. In Francia, un convoglio di circa trecento mezzi agricoli ha raggiunto Parigi, sfidando in queste ore gli sforzi governativi di risposta alle preoccupazioni dei contadini.

In Italia, blocchi stradali e cortei coinvolgono agricoltori che protestano in ogni parte dello Stivale

In Italia, blocchi stradali e cortei coinvolgono agricoltori che protestano in ogni parte dello Stivale. Un fatto è certo, la proroga fino a fine anno della deroga alla Pac è un palliativo temporaneo che non affronta decisamente i reali problemi degli agricoltori europei. Quantomeno, per dirla con Coldiretti, “va cancellato definitivamente” l’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni destinati a seminativi imposto dalla Politica agricola comune. Mentre per Confagricoltura, “a queste condizioni, la deroga risulta poco attuabile e, quindi, poco utile”. Insomma, il settore agricolo è in cerca di risposte concrete e di un impegno effettivo da parte di Bruxelles ma il continuo rinvio dei veri problemi sembra essere una dimostrazione di una mancanza di visione ma soprattutto di una comprensione delle vere sfide che il settore agricolo sta affrontando. Staremo a vedere.

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