Terrà

Verso marchio per i prodotti
Agricoltura biologica, via libera definitivo del Senato alla legge

Prende corpo il marchio italiano dell’agricoltura biologica. Dopo anni d’attesa, infatti, è stata approvata (195 voti a favore, uno contrario e un astenuto) in via definitiva dal Senato la legge che regola un comparto da 6,9 miliardi di euro. Il testo ora dovrà ora essere sottoposto alla Camera per l’ultimo passaggio. A tenere principalmente banco nel corso dell’iter legislativo, il tema della biodinamica equiparata all’agricoltura biologica, scatenando non poche polemiche. “L’agricoltura biologica nasce dall’agricoltura biodinamica e quindi la scelta di equipararle è assolutamente corretta e rappresenta una svolta anche a livello economico ed europeo”, dice il presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica.

Nel 2020 il mercato del biologico ha raggiunto i 6,9 miliardi di euro

Carlo Triarico, ricorda anche che secondo il bio report del Mipaaf, l’agricoltura biodinamica ha una resa ad ettaro pari a 13.309 euro rispetto alla media dell’agricoltura tradizionale nazionale di 3.207. Un fatto è certo, la legge sul biologico è uno strumento normativo fondamentale per supportare la transizione agroecologica e permettere di allineare lItalia agli obiettivi ambiziosi del Green Deal europeo e delle strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030, che puntano a triplicare la superficie coltivata a biologico e a ridurre del 50% l`uso di pesticidi e antibiotici e del 20% quello dei fertilizzanti entro il 2030.

L’introduzione di un marchio per i prodotti bio ottenuti da materia prima italiana, la creazione di un fondo per lo sviluppo e una nuova attenzione alla formazione professionale sono tra le principali novità del provvedimento. Come anche la spinosa questione dei controlli. Con l’ok al ddl 988, infatti, non si istituisce solo il marchio ‘Biologico italiano’ ma si prevede di cambiare il sistema dei controlli. L’articolo 19 del provvedimento in questione contiene una delega al governo per emanare entro 18 mesi uno o più decreti legislativi e “procedere a una revisione della normativa in materia di armonizzazione e razionalizzazione sui controlli”. Decreti legislativi che dovranno “migliorare le garanzie di terzietà dei soggetti autorizzati al controllo”, eventualmente anche attraverso una ridefinizione delle deleghe concesse dal ministero delle Politiche agricole e “rivedere il sistema delle sanzioni”.

L’articolo 8, invece, introduce il Piano nazionale per le sementi biologiche che il ministero, sentito il Tavolo tecnico e con il supporto scientifico del Centro di ricerca agricoltura e ambiente, dovrà adottare entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge e che sarà finalizzato ad aumentare la disponibilità delle sementi per le aziende “e a migliorarne l’aspetto quantitativo e qualitativo”. Viene anche istituito il Fondo per lo sviluppo della produzione biologica, dalla ricerca alla formazione, dalla promozione di accordi quadro alle intese di filiera. Per promuovere la conversione, inoltre, vengono istituiti i distretti biologici, grazie ai quali, per gli operatori si semplificherà l’applicazione delle norme di certificazione.

Alcune cifre per dare una concreta dimensione al comparto. Con una superficie agricola utilizzata del 15,8%, contro una media europea del 7,8%, il biologico è l’elemento di punta del sistema agroalimentare italiano. Negli ultimi 10 anni ha fatto registrare trend di crescita a doppia cifra: le superfici bio in Italia, circa 2 milioni di ettari, sono aumentate del 79%, mentre le aziende bio, che attualmente sono oltre 80.000, del 69%. Inoltre, nel 2020 il mercato del biologico ha raggiunto i 6,9 miliardi di euro, di cui 4,3 miliardi relativi al mercato interno con un incremento del +142% dal 2010. Questi dati confermano una trasformazione del modo di produrre e consumare cibo, che la pandemia ha ulteriormente accentuato mettendo ancora di più in evidenza la stretta connessione tra la salute dell’uomo e quella del pianeta.

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