Terrà

I numeri della qualità
Valorizzazione del grano duro, la Sicilia è pronta a certificare i primi chicchi QS

di Giuseppe Russo*

In questi giorni il Rover Curiosity con il suo piccolo drone Ingenuity, stanno perlustrando la superficie di Marte alla ricerca di indizi e tracce per capire se il pianeta rosso potrà ospitare, in un prossimo futuro, una nuova umanità.
Il segnale è chiaro. Alla soglia del terzo millennio, con una popolazione che presto supererà i 10 miliardi di individui, è necessario avere chiare le idee per costruire scenari futuri di sostenibilità e di benessere. Se non volgiamo finire come i topi dell’esperimento di John Bumpass Calhoun, dovremo cominciare a progettare un nuovo modo di produrre e gestire il cibo.

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L’agricoltura dei cereali e delle commodities in generale, giocheranno un ruolo fondamentale nel nostro futuro. Chi sarà in grado di disporre di terra, di biodiversità, di germoplasma, di metodi idonei per la produzione di materie prime di buona qualità sanitaria e nutrizionale, riuscirà a garantirsi un’esistenza dignitosa. Viceversa, il caos e un’apocalisse inimmaginabile. Insomma, sembra che presto arriverà una nuova occasione per la Sicilia produttrice di buon grano per raccontare la propria bellezza rurale e agroalimentare. La regione, che esprime annualmente oltre sette milioni di quintali di grano duro, ha investito da almeno un paio di decenni sulla valorizzazione, a partire dal Sistema di Monitoraggio della Qualità Merceologica, attivo dal 2000.

Questo sistema, non ha solo promosso lo stoccaggio differenziato per classi di qualità, ma è stato anche la base per evidenziare una delle qualità più importanti del grano siciliano: la sua bassa umidità alla raccolta. Il grano siciliano (oramai lo affermiamo da tempo), grazie al nostro clima secco, arriva a maturazione con un basso contenuto di umidità. Questa caratteristica lo protegge dall’infestazione di funghi, produttori di micotossine, sostanze cancerogene e termoresistenti alla cottura, per la quali la Unione Europea ha emanato una specifica normativa, fissando livelli soglia massimi ammissibili nel cibo, per ridurre al massimo l’esposizione dei consumatori. Qualità Sanitaria Superiore quindi per il grano Siciliano. Oramai dato consolidato da monitoraggi, progetti e ricerche. Ma come capitalizzare questo valore superiore?

La Sicilia produce annualmente oltre sette milioni di quintali di grano duro

Da qui nasce per la filiera del Grano Duro il disciplinare del Marchio Qualità Sicura Garantito dalla Regione Siciliana. Il progetto, curato dai tecnici del Consorzio di Ricerca Gian Pietro Ballatore sotto la regia del Dipartimento Agricoltura e condiviso con rappresentanti dell’intera filiera è prossimo a trasferire il proprio potenziale, certificando nella prossima campagna di raccolta i primi chicchi di grano siciliano QS. Tra i gruppi che hanno aderito e si sottoporranno nei prossimi mesi ad uno specifico Piano di Verifica e Controlli, peraltro finanziati totalmente a carico della misura 3.1 del PSR Sicilia, c’è Molinoro, partner di pasta Vallolmo, la rete di imprese Graniblei e alcune aziende del gruppo Probio.Si che opera sulle Madonie. Questi gruppi dispongono di agricoltori che puntano a certificare un grano di qualità superiore: con un tenore in proteine oltre il 13%, Umidità inferiore al 11 % e Peso ettolitrico superiore al 80 kg/hl.

Un grano quindi che può produrre una ottima pasta, capace di soddisfare le esigenze dei consumatori più esigenti, ottenuto da tecniche di coltivazione idonee, nel rispetto anche della salute dell’ambiente, con categorica garanzia di assenza di glifosate. E con riferimento alle micotossine i valori soglia utilizzati per certificare il grano QS sono quelli della più restrittiva normativa UE riferita agli alimenti per bambini, proprio perché i prodotti a Grano QS siano sicuri per tutta la famiglia. Presto nascerà anche un Consorzio di Tutela e Valorizzazione del grano duro a Marchio Qualità Sicura che si intesterà specifici percorsi di promozione e valorizzazione, affinché il futuro del Grano in Sicilia sia sempre più orientato a rispondere alle esigenze di consumatori sempre più attenti alla sostenibilità, alla sicurezza alimentare e alla qualità certificata.

*Ricercatore del Consorzio di Ricerca G.P. Ballatore giusepperusso@ilgranoduro.it

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