Tutela dell’ambiente, aree marine protette protagoniste
di Gianna Bozzali
Biodiversità marina, tutela ambientale, pesca sostenibile e consumi consapevoli. Sono i temi che hanno animato la tappa di Siracusa nell’ambito del ciclo degli appuntamenti rientranti nel progetto “Street & Truck Food Festival” giunto alla sua quarta edizione. Attuatore del progetto, finanziato dal Dipartimento Pesca Mediterranea della Regione Siciliana con i fondi del PO FEAMP 2014-2020, è stata l’Associazione Pescatori “San Francesco” di Scoglitti. Momento di incontro molto partecipato nel corso del quale, si è messo in evidenza il ruolo cruciale che rivestono le Aree Marine Protette (AMP) nella tutela dell’ambiente marino in quanto “strumenti ideali” per rispondere a tre necessità prioritarie per lo sviluppo sostenibile delle aree costiere e marine: conservare la biodiversità marina, mantenere la produttività degli ecosistemi e contribuire al benessere economico e sociale delle comunità locali.
Le AMP, con la loro varietà di habitat e ambienti naturali, caratterizzate dalla presenza di una ricca biodiversità, rappresentano dunque un efficace strumento di tutela e salvaguardia del mondo marino. Negli anni, grazie ai diversi studi svolti su questa materia, è emerso che la presenza di un’area sottoposta a vincolo assicura una protezione delle specie ittiche per tutto il ciclo biologico. Fondamentale resta il ruolo delle comunità locali che possono e devono diventare i primi guardiani oltre che attori di un’area marina protetta, in base al principio che minore è la distanza tra il bene tutelato e chi esercita l’azione di tutela e maggiore è l’efficacia della tutela stessa. A fare gli onori di casa, davanti al pubblico composto, tra l’altro, dagli studenti di alcune classi dei licei Einaudi e Corbino e del professionale Federico II di Svevia, il vicepresidente del Consorzio di gestione del Plemmirio, Marco Mastriani, che ha definito l’area marina “un incubatore di idee e progetti, attento alle sinergie con altre istituzioni, fra cui le scuole, che tiene in considerazione altre attività, come ad esempio l’ecoturismo, se coerenti con la finalità primaria della tutela del mare”.
Perché nascono, a cosa servono e cosa fanno le aree marine protette? A questa domanda ha dato una risposta la biologa Linda Pasolli che si occupa soprattutto del monitoraggio della fauna ittica presente nelle acque della riserva marina, di cui ha mostrato una serie di spettacolari immagini e il video con le riprese di uno dei siti più affascinanti ossia Secca del Capo difronte Capo Murro di Porco. Per il capitano di vascello Sergio Lo Presti, comandante della Capitaneria di porto di Siracusa, “l’area marina protetta è un bene che, se vissuto studiato e condiviso nel modo giusto, può dare risultati fantastici”. Dei compiti della Capitaneria di porto, e in particolare del ruolo operativo che svolge la Guardia costiera, ha parlato invece il capitano di fregata Enrico Martis. Con l’ausilio di slide e video l’ufficiale ha illustrato le attività delle motovedette, ad esempio gli interventi repressivi contro la pesca abusiva o comunque effettuata con strumenti di cattura illegali.
Un momento di approfondimento è stato dedicato all’importante legge su “Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell’economia circolare”, conosciuta come “legge salvamare” e approvata definitivamente in parlamento lo scorso maggio. L’assessore all’Igiene urbana e polizia ambientale del comune di Siracusa, Andrea Buccheri, ha ricordato che “ancora mancano i decreti attuativi della suddetta legge” e che “bisognerà valutare bene quale tipologia realizzare di strutture e contenitori per la raccolta di plastica e rifiuti vari, sbarcati negli approdi portuali da pescherecci e altri natanti, per evitare che qualcuno possa utilizzarli in modo scorretto e improprio. Come è successo a Siracusa nei punti di approdo dove il Comune, già prima dell’entrata in vigore della nuova legge, aveva installato dei contenitori destinati ai rifiuti raccolti in mare ma che alcuni residenti hanno usato per buttarvi la spazzatura di casa”. Infine, Carmelo Maiorca, in qualità di coordinatore della rete Slow Fish di Slow Food Sicilia, ha evidenziato, fra i modelli virtuosi, i presìdi realizzati in Sicilia, assieme ai produttori da Slow Food, quelli della “masculìna (alici) da maàgghia del golfo di Catania” e della “alaccia salata di Lampedusa”.
Gianna Bozzali
Originaria di Vittoria (Ragusa). Una laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari e tante esperienze maturate nel mondo della comunicazione enogastronomica, sia in tv, sia grazie alla collaborazione con testate giornalistiche di settore. Giornalista e critico gastronomico, esperto assaggiatore Onav, è da anni PR ed ufficio stampa del Consorzio di Tutela del Cerasuolo di Vittoria DOCG. Spesso veste anche il ruolo di Docente di comunicazione gastronomica in diversi corsi di settore. Ama narrare le storie più semplici come quelle dei casari, dei contadini e dei vignaioli perché anche il più sconosciuto dei produttori merita di essere “ascoltato”.
Gianna Bozzali
Originaria di Vittoria (Ragusa). Una laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari e tante esperienze maturate nel mondo della comunicazione enogastronomica, sia in tv, sia grazie alla collaborazione con testate giornalistiche di settore. Giornalista e critico gastronomico, esperto assaggiatore Onav, è da anni PR ed ufficio stampa del Consorzio di Tutela del Cerasuolo di Vittoria DOCG. Spesso veste anche il ruolo di Docente di comunicazione gastronomica in diversi corsi di settore. Ama narrare le storie più semplici come quelle dei casari, dei contadini e dei vignaioli perché anche il più sconosciuto dei produttori merita di essere “ascoltato”.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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