Terrà

“Sua maestà” il vino, ambasciatore della Sicilia tra passato e futuro

Manifestazioni come Cantine Aperte, Calici di Stelle, Benvenuta Vendemmia e Novello in Cantina, di sagre a tema di lancio e valorizzazione di giacimenti enogastronomici, si sono affermati nel corso degli anni come eventi nazional popolari indiscussi da Trento a Trapani. Il prodotto principe del turismo enogastronomico è sempre stato il vino che sta diventando sempre più fenomeno di costume e ambasciatore “inconsapevole” del territorio, della sua storia passata e del suo sviluppo futuro.
Le Strade del vino sono dunque uno strumento fondamentale per legare insieme storia, cultura, tradizioni agroalimentari del territorio rurale, promuovendo un’innovativa strategia di marketing in grado anche di definire la competitività del vino e dei prodotti tipici nazionali in coerenza con gli orientamenti comunitari.

Le Strade del Vino e dei Sapori sono un sistema integrato di offerte turistiche che si snodano per un intero percorso lungo il quale si collocano luoghi del vino visitabili (vigneti, aziende, cantine) e attività imprenditoriali collegate (ristoranti, alberghi, agriturismi, enoteche, ecc.), che si pone come obiettivo la valorizzazione dei territori a vocazione vitivinicola. Dal punto di vista formale le Strade del Vino sono regolate dalla legge quadro n. 268 del luglio 1999, che le definisce “percorsi segnalati e pubblicizzati con appositi cartelli, lungo i quali insistono valori naturali, culturali e ambientali, vigneti e cantine di aziende agricole o associate aperte al pubblico… strumenti attraverso i quali i territori vinicoli e le relative produzioni possono essere divulgati, commercializzati e fruiti in forma di offerta turistica”.

La legge delega alle Regioni la facoltà di prevedere i seguenti “strumenti di organizzazione, gestione e fruizione” delle strade del vino: il disciplinare della strada del vino sottoscritto dai vari soggetti aderenti; il comitato promotore; il comitato di gestione; il sistema di segnaletica; le guide e il materiale illustrativo divulgativo e promozionale. Sempre nel 1999 nasce l’Osservatorio sul Turismo del Vino, con l’obiettivo di monitorare su scala nazionale il fenomeno del turismo enogastronomico in Italia ed offrire agli enti locali e alle imprese uno strumento di orientamento per lo sviluppo del settore. Da allora pubblica ogni anno un rapporto realizzato dall’Associazione Nazionale Città del Vino.

Le Strade del vino e i Percorsi del gusto rappresentano un valido supporto per lo sviluppo di un intreccio virtuoso tra ambiente, arte, gastronomia e vino: unici strumenti in grado di creare una rete di itinerari che coinvolgano aziende vitivinicole con le loro cantine aperte, ristoranti tipici, enoteche, attività agrituristiche, musei e luoghi di interesse storico e culturale in generale. Il prodotto principe, molla potente del turismo enogastronomico è sempre il vino che sta diventando sempre più fenomeno di costume e ambasciatore “inconsapevole” del territorio, della sua storia passata e del suo sviluppo futuro e che ha portato all’istituzione delle Strade del Vino. Le Strade del vino sono dunque uno strumento fondamentale per legare insieme storia, cultura, tradizioni agroalimentari del territorio rurale, promuovendo un’innovativa strategia di marketing in grado anche di definire la competitività del vino e dei prodotti tipici nazionali in coerenza con gli orientamenti comunitari.

Gli ultimi studi del Censis rilevano che, in anni di crisi globale, da cui il turismo in generale è stato tutt’altro che esente, questo comparto ha continuato a chiudere con segni fortemente positivi ed ha tutta l’aria di uscire sempre di più dalla sua condizione di “nicchia” con interessanti aperture al mondo giovanile: snodo di tutto il settore le Strade del Vino che rappresentano senza ombra di dubbio la più felice intuizione della necessità di uno strumento di promozione “integrata” e a 360° dei territori. Di questo immenso giacimento di natura, storia, paesaggio, prodotti di eccellenza, culture, tradizioni, gastronomia, che, come in un mosaico, ricopre l’intera area dello stivale e continua a meravigliare i visitatori di tutto il mondo. Emerge forte la volontà dei consumatori di conoscere la provenienza, i luoghi di produzione, la storia, la tradizione, l’apporto di manualità e di personalità che si celano dietro ad un vino, ad un formaggio, a un salume o una conserva che arrivano sulle nostre tavole.

Il turismo del vino muove un giro d’affari di oltre 15 milioni di euro e 2,5 milioni di persone

Ed ecco il fiorire di agriturismi e fattorie accoglienti, di strade del vino, di manifestazioni come Cantine Aperte, Calici di Stelle, Benvenuta Vendemmia e Novello in Cantina, di sagre a tema enogastronomico di lancio e valorizzazione di giacimenti enogastronomici. Non bisogna poi dimenticare Vinitaly, la manifestazione di riferimento dell’universo enologico nazionale ed internazionale, numero uno al mondo per dimensioni. Il turismo del vino contrassegna tutte le stagioni dell’anno, in particolare l’autunno e la primavera e coinvolge foodtrotter o semplici enoturisti che, secondo una ricerca dell’Università Bocconi, muove un giro d’affari di oltre 15 milioni di euro e 2,5 milioni di persone.

Le strade del vino in Italia interessano circa 1450 comuni, oltre 400 denominazioni di vino, e 3300 aziende agricole, con un potenziale di sviluppo economico e organizzativo ancora notevole, stimato nell’ordine dell’80%. Si deduce pertanto che la filiera del vino e del turismo devono funzionare in modo perfetto e soddisfacente, trovando delle convergenze in termini di elevati standard di qualità. Pertanto è necessario il superamento di logiche competitive di tipo conflittuale, il raggiungimento di accordi tra gli attori per creare una visione condivisa, nell’ambito della quale ciascuno partecipi attivamente alla definizione ed alla promozione dell’intera offerta territoriale.

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