Siccità, per usi agricoli prelevata il 50% d’acqua dolce. Oltre 4 miliardi di euro dal Pnrr
Nel 2022 è in atto il terzo evento siccitoso grave in dieci anni, particolarmente acuto nel Nord-ovest. Gli effetti per l’economia, anche attraverso le ripercussioni sui prezzi dei beni stagionali a elevata frequenza di acquisto e sulla disponibilità di acqua potabile, dipendono sia dai cambiamenti climatici sia dalle vulnerabilità strutturali del sistema di approvvigionamento, distribuzione e impiego dell’acqua. E’ quanto evidenzia l’Istat nel suo Rapporto annuale. Il settore agricolo è il maggiore utilizzatore di risorse idriche, seguito dagli usi civili e dalle attività manifatturiere.
Tra il 2012 e il 2015 l’acqua prelevata per usi agricoli rappresenta circa il 50 per cento del totale dei prelievi di acque dolci (escluse quelle utilizzate per la produzione di energia idroelettrica), il settore civile ne preleva il 36 per cento (circa 9,2 miliardi di metri cubi), l’industriale manifatturiero il 14 per cento, con forti differenze sul territorio. A livello nazionale l’acqua utilizzata per l’irrigazione proviene da Consorzi di bonifica o Enti irrigui per il 63 per cento, mentre la parte restante è prelevata direttamente dalle aziende agricole attraverso proprie opere di captazione (auto approvvigionamento). Ciò rende difficoltoso riuscire ad avere delle misure strumentali sul reale utilizzo di acqua. Nel 2020, il 23,9 per cento della superficie irrigata è coltivata a mais (17,1 per cento per granella e il restante mais verde), cui seguono la vite (11,5 per cento) e il riso (9,6 per cento).
Circa il 29 per cento della superficie irrigata (mais da granella, foraggere, prati e pascoli) è utilizzata per la produzione di mangimi per gli allevamenti zootecnici. Va rilevato – sottolinea l’istituto – da un lato, che la superficie utilizzata per la coltura del mais (tra le più idroesigenti) si è quasi dimezzata tra il 2006 e il 2020 e, dall’altro, l’incremento della quota di superficie irrigata per colture in passato irrigate solo eccezionalmente quali la vite e l`olivo. Nel quadro delle misure per la tutela del territorio e della risorsa idrica, il PNRR destina 4,38 miliardi alla gestione sostenibile delle risorse idriche lungo l’intero ciclo, con l’obiettivo di migliorare la qualità ambientale delle acque marine e interne.
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