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Rilancio post Covid, nei Monti Iblei si riparte dal tartufo

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di Maurizio Aiello

Il tartufo dei Monti Iblei, nella zona di Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa, entra nell’Associazione nazionale Città del Tartufo. Il progetto-tartufo fa parte del piano di rilancio post Covid dell’offerta enogastronomica di Palazzolo e l’inserimento è stato accolto con soddisfazione dagli chef locali, che il tartufo lo servono regolarmente. Così come avviene nei migliori ristoranti delle province di Siracusa, di Catania e Taormina, dove viene identificato con il nome di “tartufo di Palazzolo”. Nell’ultima assemblea dell’Associazione, sono state ammesse anche Palazzo Adriano e il Centro tartufi Sicilia, che si aggiungono alle altre città siciliane, Capizzi e Castelbuono. Anche la Sicilia quindi con le città inserite nel circuito, si impegnerà ad aggiornare e promuovere il percorso di candidatura a patrimonio immateriale Unesco della ‘Cerca e cavatura del Tartufo” in Italia.

Avviato il percorso di candidatura a patrimonio immateriale Unesco

Conoscenze e pratiche tradizionali’, di cui è presentatrice e referente. Oggi depositata alla sede centrale dell’UNESCO a Parigi, la candidatura è stata accompagnata e presentata per l’Italia dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Mibact). L’Anct, insieme ai Ministeri coinvolti per tematica (oltre al Mibact quello dell’Ambiente e quello dell’Agricoltura), sta lavorando per l’aggiornamento del dossier. La volontà dell’Associazione nazionale Città del Tartufo e dei suoi soci è quella di testimoniare la presenza e preservare l’insieme di valori, il mondo tradizionale e la cultura che uniscono i territori e le comunità legate al Tartufo. Tartufo, quindi, come cultura e non solo come prodotto pregiato della terra. L’idea di questo percorso, iniziato ormai circa cinque anni fa, è che il tartufo diventi sempre più per le comunità e i territori in cui si trova, dal nord all’estremo sud dell’Italia, bene condiviso ed elemento identitario da salvaguardare e trasmettere.

Il tartufo predilige un terreno con elevato valore calcareo, per questo nell’area iblea è diffuso e sono stati trovati quasi tutti i tipi di tartufo: Il tuber aestivum detto scorzone , il tuber aestivum varietà uncinatum, il tuber brumale, il tuber brumale var .moschatum , il tuber borchii e relativo gruppo albidum Mancano all’appello il Tuber magnatum pico, del quale c’è stato un solo ritrovamento ufficiale nell’ areale di Piazza Armerina e il Tuber melanosporum, del quale si hanno dei ritrovamenti con referti, ma non scientificamente provati. Un’avventura, quella del tartufo siciliano, per cavatori e ristoratori, iniziata vent’anni fa, ma che continua nell’ottica di migliorare la quantità e soprattutto la qualità.

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