Terra & Cibo, si riparte dalla transizione ecologica e digitale
di Dario Cartabellotta
I territori reagiranno alle conseguenze devastanti sui propri sistemi produttivi determinati dalla pandemia del Coronavirus? Interrogativo senza semplici risposte perché nessun modello economico, matematico o sociale si può applicare alla prima pandemia nel tempo della globalizzazione. L’Europa ha tracciato una nuova rotta di politica agricola e alimentare (COM 381/2020) – “Strategie dal produttore al consumatore per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente”. New green deal, farm to fork, digitalizzazione, transizione ecologica sono entrati nel vocabolario di tutti i giorni per rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero. La pandemia Covid-19 ha sottolineato l’importanza di un sistema agricolo e alimentare solido che funzioni in qualsiasi circostanza e che sia in grado di assicurare ai cittadini un approvvigionamento sufficiente di cibo.
E’ necessario ri-costruire un accordo città-campagna (urbe e rus) che restituisca alla terra il ruolo fondamentale di luogo ideale della produzione primaria. Lunghi anni di politiche e mode alimentari sbagliate, globali e industriali, hanno incentivato l’esodo rurale, il dissesto idrogeologico, la perdita di biodiversità agraria, la desertificazione delle aree interne, la marginalizzazione degli agricoltori e soprattutto l’idea che il cibo si produca al supermercato. L’urbanizzazione globale irreversibile, spesso selvaggia, anti-ecologica e con poco rispetto dell’uomo e del bene comune, definita da Papa Francesco “globalizzazione dell’indifferenza” ha determinato in tutta Italia la povertà delle zone interne dove vive il 10% della popolazione sul 90% di territorio regionale. E il restante 10% dei territori è occupato dal 90% della popolazione.
La Sicilia è un laboratorio senza eguali nel quale prodotti autoctoni e importati si contaminano, attraverso diverse stratificazioni storiche e culturali, senza soluzione di continuità, mantenendo una innegabile e irripetibile originalità. Oggi, le migliori produzioni siciliane di qualità BORN IN SICILY, vini, oli, frutta, ortaggi, formaggi, grano duro, latte, uova e carni dipendono dalla biodiversità che né esalta le caratteristiche qualitative e coniuga la conservazione delle risorse genetiche con la qualificazione delle imprese e dei prodotti. La riscoperta attuale della qualità della vita e della qualità alimentare rappresentano una sorta di vero e proprio “umanesimo di ritorno”. L’affermarsi dell’agricoltura diversificata e multifunzionale passa attraverso la costruzione di nuovi mercati per i beni ed i servizi offerti dall’area rurale.
“E’ necessario ri-costruire un accordo
città-campagna (urbe e rus) che restituisca
alla terra il ruolo fondamentale di luogo ideale
della produzione primaria”
Negli ultimi anni i bisogni da soddisfare nel tempo libero hanno subito un profondo mutamento, misurabile attraverso le maggiori velocità di crescita dei “nuovi turismi” (ambientale, culturale, religioso, enogastronomico, avventuroso, faunistico, scolastico, congressuale, etc), all’elevato potenziale manifestato da ciascuno di essi e all’emergere di nuovi trend. L’eterogeneità e ricchezza della dotazione di risorse della Sicilia offre la possibilità di segmentare il prodotto e il territorio, secondo tipicità caratterizzanti riferite a una risorsa principale e specifica, puntando a differenti target di domanda, oggi sempre più segmentata ed esigente, nell’ottica di una offerta integrata appetibile e concorrenziale. La produzione di cibo e l’offerta territoriale hanno oggi un alleato straordinario, il cloud computing, largamente diffuso e utilizzabile su nuvole private, pubbliche o ibride, con cui è possibile implementare applicazioni d’intelligenza artificiale e fornire servizi cloud.
Negli ultimi anni è stato interessato dai più importanti cambiamenti tecnologici in atto (intelligenza artificiale, blockchain, IoT, cloud) con importanti conseguenze, stante la richiesta di una maggiore sostenibilità a causa della crescente domanda mondiale di cibo e prodotti alimentari. Occorrono nuovi algoritmi di intelligenza artificiale e dispositivi collegati al cloud, di progressi nei settori della chimica e della microbiologia e di modi completamente nuovi di considerare la sfida alimentare. La Filiera Interconnessa – Distributed Ledger Technology è l’applicazione della tecnologia alla filiera alimentare: ogni attore saprà esattamente quanto produrre, ordinare e spedire per il successivo anello della catena, evitando così tutti quegli sprechi che caratterizzano il modello attuale. Tecnologia che garantirà freschezza e qualità dei cibi che arriveranno ai consumatori, grazie all’utilizzo integrato di blockchain e algoritmi di intelligenza artificiale.
La Filiera Interconnessa – Distributed Ledger Technology è l’applicazione della tecnologia alla filiera alimentare
L’analisi e la mappatura dei microbiomi che interagiscono e convivono con tutti gli animali, uomo compreso, permette di analizzare il corredo genetico e garantire così la provenienza e la qualità. Non è lontano il futuro in cui sarà possibile analizzare il cibo semplicemente con biosensori che potrebbero aumentare la velocità dei test di sicurezza alimentare passando da giorni a secondi. Infine, la prospettiva di realizzare un ciclo produttivo chiuso, che sfrutti i rifiuti e gli scarti per generare nuovi prodotti. La seconda modernizzazione agricola è una nuova frontiera. Per imboccare il sentiero ispirato alla sostenibilità, alla multifunzionalità e all’efficienza sui mercati è necessario ricostruire un’adeguata base di conoscenze che non punti semplicemente alla massimizzazione della quantità di prodotto.
I concetti di sostenibilità, orientamento al mercato e multifunzionalità, reintroducono una visione complessa dell’agricoltura e indicano un percorso con obiettivi chiari ma sicuramente più difficili da perseguire rispetto al modello tradizionale di trasferimento della conoscenza. Sono state spesso largamente sottovalutate la complessità, la varietà e la ricchezza delle situazioni locali, talvolta esse stesse fonti originali d’innovazione e di cambiamento. Punto di forza della nostra diversità siciliana, dove ogni 5 km, insieme al clima e ai terreni cambiano anche i dialetti, le granite e le caponate e grazie al valore degli agricoltori veri non sono state cancellate memoria, civiltà e cultura.
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