Nuovi mercati
La Sicilia tra le regioni d’Italia più ricche di tartufi. Varato il regolamento, l’Isola si prepara alla commercializzazione
Sicilia, terra inaspettata per la cerca e la coltivazione del tartufo. Sorprendentemente, la nostra Isola è infatti una delle regioni italiane più ricche di tartufi. Sono in pochi a saperlo, ma questo prezioso fungo si trova in grandi quantità sui monti Iblei, Sicani e Nebrodi. E negli ultimi tempi, grazie anche alla nascita di un Centro di ricerca per la valorizzazione del tartufo siciliano, è stata avviata una politica di promozione e di tutela non soltanto della raccolta in Sicilia, ma anche della sua coltivazione e commercializzazione.
Difatti, è stato recentemente approvato dalla Giunta regionale il regolamento “Norme in materia della raccolta, coltivazione, commercio e tutela del consumo dei tartufi freschi o conservati -tutela degli ecosistemi tartufigeni”, vista la Legge Regionale 29 dicembre 2020, n. 35 “Norme in materia di raccolta, coltivazione, commercio e tutela del consumo dei tartufi nella Regione Siciliana”, il quale diverrà efficace una volta ultimata la verifica a livello nazionale da parte della Corte dei Conti.
Grazie al lavoro del tavolo tecnico istituito dal dirigente generale del Dipartimento regionale agricoltura, Dario Cartabellotta, coordinato da Destrino Giuseppe Papia, e con la compartecipazione di altri Dipartimenti dell’amministrazione regionale, anche la Sicilia si è finalmente dotata di una regolamentazione utile alla valorizzazione del tartufo siciliano.
Il regolamento
Il regolamento dispone di una serie di norme a tutela della raccolta, della coltivazione e della commercializzazione del tartufo in Sicilia, che abbracciano diverse tematiche come, ad esempio, la gestione dei criteri e degli indirizzi operativi per il rilascio delle attestazioni di riconoscimento delle tartufaie controllate e coltivate, con le relative prescrizioni tecniche; le indicazioni sulle piante tartufigene da mettere a dimora per l’incremento della tartufaia naturale (tartufaia controllata) e per la costituzione di nuova tartufaia, e la tabellazione delle tartufaie controllate e coltivate riconosciute; l’implementazione di un calendario di raccolta, con gli orari di raccolta, i divieti e le limitazioni; l’obbligo di un tesserino per l’autorizzazione alla raccolta e tassa di concessione regionale; l’avvio di corsi di formazione per micologi e di un registro regionale degli stessi micologi; la tutela delle associazioni locali dei raccoglitori; l’istituzione di un centro di ricerca per la valorizzazione del tartufo e della tartuficoltura in Sicilia; le modalità e criteri per l’esercizio della cerca, raccolta dei tartufi; la creazione di norme particolari per l’esercizio della cerca, della raccolta e della coltivazione dei tartufi nelle foreste demaniali e nei parchi, con le relative sanzioni, e di norme a tutela della conservazione e della commercializzazione del tartufo.
I componenti del tavolo tecnico
Dipartimento regionale dell’agricoltura: Destrino Giuseppe Papia, Paolo Manzullo; Dipartimento sviluppo rurale: Marcello Vento; Comando corpo forestale: Paolo Girgenti; Assessorato della salute: Daniela Nifosi; Centro di ricerca tartufo e tartuficultura Sicilia: Nino Iacono.
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