
Progetto NovArancia
Agrumi siciliani 4.0: il connubio tra genomica e algoritmi per conquistare il mercato mondiale
Si è chiuso con successo presso l’azienda Oliveri il progetto NovArancia, un programma di ricerca durato quattro anni che ha rivoluzionato la coltivazione dell’Arancia Rossa di Sicilia IGP. L’iniziativa ha introdotto tre innovazioni di rilievo, destinate a rafforzare il settore agrumicolo siciliano con tecnologie all’avanguardia.
Le tre tecnologie sviluppate
Il progetto ha prodotto strumenti tecnologici applicabili alla filiera agrumicola. Il sequenziamento genetico NGS permette l’identificazione univoca delle piante attraverso un “codice genetico”, garantendo la tracciabilità e prevenendo le frodi commerciali. Concetta Licciardello del CREA spiega che questa tecnologia funziona come un sistema di identificazione per ogni singola pianta.
Le analisi bioinformatiche hanno consentito l’individuazione di virus precedentemente sconosciuti negli agrumeti. Grazia Licciardello del CREA riferisce che sono stati scoperti patogeni completamente nuovi per la comunità scientifica, permettendo interventi preventivi più efficaci. “Con il sequenziamento NGS possiamo identificare ogni pianta come se avesse un codice fiscale – spiega – una garanzia contro le frodi e un biglietto da visita per i mercati più esigenti”.
Le tecniche di innesto sperimentali hanno accelerato i tempi di crescita e produzione delle piante. Biagio Torrisi documenta che gli esemplari trattati con le nuove metodologie mostrano sviluppo anticipato rispetto alle tecniche tradizionali: “Questa pianta ha due anni ma ne dimostra tre – spiega – e ha già prodotto i primi frutti. È come se avessimo trovato il segreto per far crescere gli aranci in modalità turbo”.
Risultati economici e ambientali

Arancia Rossa IGP
I produttori coinvolti nella sperimentazione riportano benefici economici e ambientali. Carmine Di Lella indica un risparmio idrico del 30% e la riduzione dei trattamenti fitosanitari. Giovanni Crispi conferma l’interesse degli agricoltori verso l’adozione di queste pratiche: “Mio nonno avrebbe detto che stiamo giocando a fare Dio. Ma se questo significa lasciare ai miei nipoti un’azienda più sana e redditizia, allora ne vale la pena”.
Salvatore Milluzzo del Consorzio di Tutela sottolinea che le innovazioni rispondono alle richieste di trasparenza e sostenibilità del mercato internazionale, mantenendo la competitività del prodotto siciliano. “Il mercato chiede sempre più trasparenza e sostenibilità – spiega – con NovArancia abbiamo le carte in regola per restare leader mondiali”.
Prospettive future
Antonino Catara, supervisore scientifico del progetto, evidenzia la necessità di politiche di sostegno per la diffusione delle tecnologie sviluppate: “La ricerca ha fatto la sua parte. Ora servono politiche serie per diffondere queste innovazioni”.
Giuseppe Spina, responsabile della progettazione, annuncia invece la preparazione di materiali formativi e corsi per gli agricoltori: “Stiamo lavorando a manuali semplici per gli agricoltori e a corsi di formazione. L’obiettivo? Far sì che tra cinque anni queste pratiche siano lo standard, non l’eccezione”.
L’obiettivo dichiarato è la standardizzazione di queste pratiche nel settore agrumicolo siciliano entro cinque anni. Cinzia Oliveri, coordinatrice del progetto, riferisce che l’interesse iniziale scettico dei produttori si è trasformato in richieste concrete di implementazione delle nuove tecnologie. E ora è consapevole che “qui si coltiva il futuro”.
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