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Istat: in 10 anni Sau cresce in Italia, scende in Europa

In 10 anni cresce la superficie agricola utilizzata (SAU) in Italia e scende in Europa. Rispetto all`annata agraria 2009-2010, infatti, la SAU complessiva cresce in Italia del 4,1%, mentre registra un calo dello 0,9% nell`Ue. Questo risultato deriva dal protrarsi, nell`arco del decennio, di forme di agricoltura estensiva nel nostro Paese, in contrasto con la tendenza a un uso più parcellizzato e specialistico del terreno a fini agricoli prevalente negli altri Stati membri. Inoltre, il processo di graduale concentrazione del terreno agricolo a favore di un numero sempre più ridotto di aziende agricole mediamente più grandi segue in Europa ritmi più veloci di quelli italiani.

E’ quanto emerge dal report dell’Istat “Coltivazioni agricole | annata agraria 2019-2020 e previsioni 2020-2021”. L`intera Ue è accomunata dalla flessione della SAU destinata a seminativi, scesa di 2,9 punti percentuali in Italia, di 7,4 punti nel complesso degli Stati mediterranei e di 2,7 punti in media Ue. A questa tendenza si associa l`aumento della SAU destinata a prati permanenti e pascoli e alle coltivazioni permanenti, crescita che in Italia (+18,5 punti percentuali) è stata molto più elevata rispetto a quella delle colture permanenti (+3,7) a differenza dell`intera Ue e del complesso degli Stati mediterranei.

A ottobre 2019, la superficie aricola utilizzata (SAU) italiana rappresenta l`8,1% della SAU complessiva dell`Ue27, che è pari a 162,7 milioni di ettari. Una incidenza di poco superiore alla quota relativa dell`intero territorio italiano rispetto a quello dell`Ue, pari al 7,9%. La SAU italiana si caratterizza per la forte incidenza sul totale Ue delle colture permanenti (il 20,1%). In particolare, si compone per il 52,8% di terreni a seminativi, per il 28,8% di prati permanenti e pascoli e per il 18,4% di colture permanenti.

Rispetto alla composizione media dell`intera Ue, tanto i seminativi quanto i prati permanenti e i pascoli hanno un peso minore (nell`Ue questi pesi sono, rispettivamente, del 61,4% e del 31,2%), mentre in Italia incidono di più le colture permanenti (che in media Ue pesano solo per il 7,4%). Il profilo italiano è più simile a quello del sottoinsieme degli altri stati mediterranei (Spagna, Portogallo, Francia, Croazia, Grecia, Cipro e Malta), nei quali incidono di più, rispetto all`Italia, i prati permanenti e i pascoli (33,0%).

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