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Giornata Mondiale della Terra 2025: l’allarme per l’impatto ambientale dell’AI

Il countdown è iniziato. Manca poco al 22 aprile, data in cui il mondo celebrerà la 55ª edizione della Giornata Mondiale della Terra. Una ricorrenza che, nata negli Stati Uniti nel 1970 dopo il disastro petrolifero di Santa Barbara, oggi coinvolge oltre un miliardo di persone in 193 paesi. Mai come quest’anno, tuttavia, l’appuntamento arriva in un momento cruciale per il futuro del pianeta.

Potere e responsabilità: il tema del 2025

“Il Nostro Potere, Il Nostro Pianeta” è lo slogan scelto per l’edizione 2025, un messaggio che suona come un imperativo categorico più che come un semplice invito alla riflessione. L’obiettivo dichiarato è ambizioso: triplicare la produzione mondiale di energia rinnovabile entro il 2030.

“Non abbiamo più tempo per i piccoli passi”, dichiarano gli organizzatori dell’evento. “La transizione energetica deve accelerare drasticamente se vogliamo evitare il collasso degli ecosistemi”. Una corsa contro il tempo che si scontra, paradossalmente, con l’avanzata inarrestabile delle nuove tecnologie.

L’insostenibile peso dell’Antropocene

Gli scienziati non hanno più dubbi: viviamo nell’Antropocene, un’epoca in cui l’impronta dell’uomo ha modificato irreversibilmente gli equilibri naturali. I segnali sono sotto gli occhi di tutti: ghiacciai che si sciolgono a ritmi vertiginosi, eventi meteorologici estremi sempre più frequenti, intere specie che scompaiono a un ritmo senza precedenti.

La Terra, che per millenni ha dimostrato una straordinaria capacità di autoregolazione, ora mostra segni di cedimento. E mentre i leader mondiali discutono di target e roadmap, una nuova minaccia si profila all’orizzonte.

AI: il lato oscuro dell’innovazione

L’intelligenza artificiale, celebrata come la tecnologia che rivoluzionerà il nostro futuro, potrebbe diventare il colpo di grazia per il pianeta. Secondo un rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, entro il 2026 – questione di mesi, non di anni – i data center globali divoreranno energia per 1.000 TWh, l’equivalente dell’intero fabbisogno annuale del Giappone. Negli Stati Uniti, il consumo energetico legato all’AI crescerà del 30% in soli due anni, arrivando a rappresentare il 6% del totale nazionale.

Le proiezioni per il 2030 sono ancora più inquietanti: l’intelligenza artificiale potrebbe assorbire il 4,5% dell’energia mondiale. Un’enormità, se si considera che stiamo parlando di una tecnologia ancora agli albori.

La sete insaziabile dei giganti tecnologici

Non è solo questione di kilowattora. L’impatto ambientale dell’AI si misura anche in acqua. Entro il 2027, secondo le stime più conservative, il raffreddamento dei data center richiederà 6,6 miliardi di metri cubi d’acqua. Per rendere l’idea: più dell’intero fabbisogno annuale dell’Inghilterra.

Il paradosso è servito: mentre alcune regioni del pianeta soffrono per la siccità, i colossi tecnologici consumano risorse idriche a ritmi insostenibili. E il conto lo pagheremo tutti.

Il costo nascosto dietro ogni click

Chi pensa che si tratti di problemi astratti si sbaglia. Basta un esempio per rendere concreta la questione: generare immagini con l’AI richiede 2.907 kWh ogni 1.000 operazioni. Tradotto: ogni volta che chiediamo all’intelligenza artificiale di creare un’immagine, consumiamo l’energia necessaria per ricaricare completamente uno smartphone per 242 volte.

Un lusso che il pianeta non può più permettersi, come sottolineato durante l’AI Action Summit di Parigi, dove esperti da tutto il mondo hanno lanciato l’allarme sulla necessità di una regolamentazione stringente.

La sfida dei prossimi anni

La Giornata Mondiale della Terra 2025 pone dunque una domanda cruciale: possiamo conciliare progresso tecnologico e sostenibilità ambientale? La risposta non è scontata e richiede un ripensamento radicale del nostro modello di sviluppo.

“Abbiamo bisogno di un’intelligenza artificiale veramente intelligente, che non divori risorse ma le ottimizzi”, afferma un portavoce degli organizzatori. “La vera innovazione sarà quella che ci permetterà di fare di più consumando meno”.

Una sfida titanica che chiama in causa governi, aziende e cittadini. Perché, come recita il tema di quest’anno, il potere è nostro. E con esso, la responsabilità di preservare l’unico pianeta che abbiamo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA





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