
Il progetto Bi.Fragol.Eco.
Biofortificazione: la magia che trasforma le fragole in un concentrato di benessere
di Leo Sabatino*
La fragolicoltura siciliana è praticata da molto tempo, tuttavia, è solo negli ultimi decenni che la coltivazione della fragola in Sicilia ha assunto un’importanza di rilievo sia dal punto di vista economico, che dal punto di vista colturale. Attualmente, la coltivazione della fragola – a livello regionale – è praticata su una superficie di circa 400 ettari, dislocata per oltre il 70% nella provincia di Trapani.
Il successo della fragolicoltura isolana è certamente legato alle favorevoli condizioni pedoclimatiche ed alla disponibilità di acqua irrigua con caratteristiche compatibili alle esigenze idriche della fragola. Oggi, nell’areale Marsalese, è possibile realizzare impianti di fragole, con produzioni che iniziano a metà novembre e proseguono fino alla successiva primavera (Figura 1A e B).


Figura 1. Tipico fragoleto dell’areale marsalese in suolo (A) e fuori suolo (B).
Tali produzioni trovano spazi di mercato sia a livello locale, sia a livello nazionale. Tuttavia, durante la stagione produttiva la fragolicoltura siciliana risente notevolmente della concorrenza nazionale ed estera. Inoltre, nell’ambito della fragolicoltura, la produzione di fragolina di bosco (Fragaria vesca), pur essendo una coltivazione di nicchia, riveste un ruolo importante, sia dal punto di vista commerciale, che agronomico-ambientale. Dunque, i piccoli frutti rappresentano una valida alternativa sostenibile per le aree costiere e marginali italiane.
Qualità, biofortificazione e prospettive future
Oggigiorno, in riferimento agli aspetti qualitativi, sempre maggiore rilevanza assumono le caratteristiche organolettiche, nutritive e funzionali. Pertanto, il fattore “qualità” può essere inteso come una componente di crescita del comparto fragolicolo. A tal riguardo, la produzione di fragole caratterizzate da specifiche qualità intrinseche e funzionali consentirebbe al comparto fragolicolo regionale di superare i punti di debolezza e le minacce sopradescritte. In aggiunta, diverse ricerche scientifiche hanno messo in evidenza che alcune patologie degli esseri umani sono causate da carenze di alcuni elementi minerali.
Tali carenze possono essere colmate attraverso un’attenta diversificazione dietetica e l’integrazione minerale. Una via alternativa o anche complementare è rappresentata dall’assunzione di cibi biofortificati, incrementando, così, la concentrazione minerale biodisponibile nelle colture destinate all’alimentazione umana; tale processo prende il nome di biofortificazione. A tal riguardo, diverse ricerche hanno riportato incrementi considerevoli di alcuni minerali, chiamati elementi traccia, come il selenio (Se), il molibdeno (Mo) e lo iodio (I) in ortaggi coltivati con dosaggi più elevati di quelli raccomandati dalla bibliografia tradizionale (dosaggio standard).
Tali elementi sono fondamentali per l’organismo umano e ne consentono il normale funzionamento. Tuttavia, gli elementi traccia sono caratterizzati da ranges molto ristretti tra carenza alimentare e livelli di tossicità. Pertanto, in tale scenario, appare molto importante individuare i giusti dosaggi e le più efficaci modalità di somministrazione per biofortificare frutti dalla forte connotazione nutritivo-salutistica come la fragola e la fragolina di bosco.

Gli obiettivi del progetto Bi.Fragol.Eco.
Alla luce di tutto ciò, il progetto “La biofortificazione per una fragolicoltura eco-sostenibile e funzionale“ (Bi.Fragol.Eco.), finanziato nell’ambito della Misura 16, sottomisura 16.2 del PSR-Sicilia 2014-2020, si pone come obiettivo quello di individuare genotipi di fragola idonei ad una fragolicoltura siciliana in grado di distinguersi per l’elevata precocità, che garantisca il successo delle pratiche di biofortificazione e che si avvantaggi di tecniche di solarizzazione integrate al fine di produrre frutti di fragole e fragoline di bosco destinati al mercato locale, nazionale ed estero, così come, all’industria di trasformazione regionale per la produzione di confetture biofortificate.
In tal modo, sarà possibile realizzare una gamma di prodotti caratterizzati da una notevole identità commerciale, nutrizionale e funzionale. Tra le finalità del presente progetto, vi è la verifica degli effetti dell’alimento biofortificato sulla salute umana tramite appositi studi. Tale obiettivo verrà raggiunto seguendo lo schema di uno studio di coorte associato ad uno studio trasversale prospettico ove sono stati analizzati 50 soggetti e 50 controlli omogenei per età e sesso.
La sperimentazione e i risultati preliminari
Attualmente, è in corso il secondo anno di sperimentazione che ha previsto, come durante il corso del primo anno, diverse dosi di Mo (0, 0,5, 2,0 e 4,0 µmol/L), Se (0, 1, 4 e 8 µmol/L) e I (0, 50, 250 e 500 mg/L) somministrate per via fogliare o radicale a piante di fragola e fragolina di bosco.
I risultati definitivi del progetto si avranno solo a termine del secondo anno di sperimentazione, tuttavia, risultati preliminari hanno messo in evidenza il successo del programma di biofortificazione agronomica, permettendo di individuare la dose ottimale per ogni microelemento. Inoltre, la preparazione di confetture e gli studi sull’uomo permetteranno di approfondire aspetti legati alla permanenza dei microelementi dopo la trasformazione ed alla loro biodisponibilità.
*Dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali (SAAF) – Università degli Studi di Palermo
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