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Agroalimentare sostenibile: a Palermo si fa rete tra scuola e impresa

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Palermo si prepara a un confronto tra eredità gastronomica e futuro green. Il 9 settembre, alle 10, l’Ipsseoa “Pietro Piazza” ospiterà un evento che unisce accademici, istituzioni e professionisti per ridisegnare il settore agroalimentare. Al centro: la Dieta Mediterranea, certificazioni innovative e il consumatore postmoderno come motore del cambiamento.

L’incontro, intitolato “Sostenibilità e tradizione nel settore dei prodotti agroalimentari tradizionali: innovazioni, certificazioni e il ruolo del consumatore postmoderno”, è stato patrocinato dall’Associazione cuochi e pasticceri Palermo e dall’Unione regionale cuochi siciliani.

Autorevoli relatori dal mondo accademico, istituzionale e professionale si confronteranno su temi vitali. La sostenibilità non è più un optional, ma una necessità. In un’epoca di crisi climatica, l’agroalimentare tradizionale siciliano deve evolversi, integrando tecnologie che preservino la qualità senza sacrificare l’ambiente.

La Dieta Mediterranea, patrimonio Unesco, sarà al cuore del dibattito. Non solo un regime alimentare, ma un modello economico e culturale. I partecipanti esploreranno come le produzioni locali possano guadagnare valore attraverso certificazioni rigorose, garantendo tracciabilità e autenticità ai consumatori sempre più esigenti.

Il “consumatore postmoderno” emerge come figura chiave. Non più passivo, ma attivo e informato, influenza le catene di fornitura spingendo verso pratiche etiche. L’evento analizzerà come questo shift stia rimodellando il mercato, favorendo innovazione e responsabilità.

Il ruolo della formazione nel futuro agroalimentare

Vito Pecoraro, dirigente scolastico dell’Ipsseoa Pietro Piazza, sottolinea l’importanza dell’iniziativa: “Questo evento offre una preziosa occasione di approfondimento su temi quali la sostenibilità, le certificazioni, l’innovazione nel settore agroalimentare e il ruolo del consumatore postmoderno”. Le sue parole riecheggiano un impegno profondo.

Pecoraro aggiunge: “Il coinvolgimento della comunità educativa intende rafforzare la sinergia tra scuola, imprese e territorio, per favorire una cultura dell’eccellenza e della responsabilità”. Un approccio in linea con il Piano triennale dell’offerta formativa (Ptof) della scuola e con le direttive europee sul progresso sostenibile. La giornata si annuncia proficua, con un focus sulla formazione di competenze “long tail”. Queste abilità specializzate preparano studenti e studentesse a navigare un mercato del lavoro complesso, dove tradizione e innovazione coesistono.

Non si tratta solo di cucinare: è educare a una cittadinanza consapevole. Curiosità e competitività sono i pilastri. Gli allievi impareranno a valorizzare la tradizione gastronomica siciliana, integrando elementi di sostenibilità. Immaginate giovani chef che usano droni per monitorare colture o app per tracciare ingredienti: è questo il futuro che l’evento prospetta.

L’impegno della scuola va oltre l’aula. Formare cittadini curiosi significa investire nel territorio. Palermo, con la sua ricca eredità agroalimentare, diventa laboratorio vivente per un modello esportabile. L’innovazione non cancella la tradizione, ma la potenzia.

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