Terrà

Il progetto Innonda
Nero d’Avola 2.0: meno alcol, più terroir. La nuova era del vitigno dai mille volti

di Dario Cataldo

Il Nero d’Avola è il vitigno a bacca rossa più celebre della Sicilia e tra i simboli dell’eccellenza enologica italiana. Con il suo profilo aromatico intenso, che spazia da note fruttate a sfumature speziate, rappresenta l’anima di un territorio unico. In tale contesto, nel cuore della Sicilia, dove la tradizione vinicola è parte integrante dell’identità culturale, prende vita il progetto Innonda – Strategie enologiche per la produzione sostenibile ed innovativa del Nero d’Avola.

Frutto della collaborazione tra l’associazione Assovini Sicilia e l’Università degli Studi di Milano, con il supporto di partner strategici come Isvea e quattro prestigiose aziende vitivinicole dell’isola, questo studio pionieristico mira a rivoluzionare la produzione del Nero d’Avola, il vitigno a bacca rossa più celebre della Sicilia e simbolo dell’eccellenza enologica italiana.

Un progetto che nasce in risposta a due esigenze fondamentali: da un lato, la necessità di diversificare la produzione enologica per incontrare le richieste di un mercato sempre più esigente; dall’altro, la sfida di produrre vini con gradazioni alcoliche più basse senza compromettere la qualità sensoriale. In un contesto segnato dai cambiamenti climatici e da una crescente sensibilità verso la sostenibilità, Innonda rappresenta un passo cruciale per la valorizzazione del Nero d’Avola, con un impatto potenziale su tutto il settore vitivinicolo siciliano e internazionale.

Obiettivi e le strategie

Diversificazione della produzione Introduzione di tecniche innovative, come la macerazione e l’affinamento in anfore di terracotta, per esaltare le caratteristiche varietali del Nero d’Avola e creare vini unici.

Riduzione del tenore alcolico Sviluppo di strategie di vinificazione innovative per ridurre il contenuto di alcol, rispondendo alle richieste di consumatori sempre più attenti alla moderazione alcolica e alla salute.

Valorizzazione del terroir Studio della diversità del Nero d’Avola e delle influenze del terroir per creare vini che riflettano al meglio l’identità del territorio siciliano.

Questi obiettivi saranno raggiunti attraverso un approccio scientifico, con l’impiego di tecnologie approcci di vinificazione mai applicate prima alla vinificazione del Nero d’Avola.

“Il progetto Innonda si propone di introdurre innovazione nel settore vitivinicolo mediante approcci e strategie di vinificazione che, al meglio delle nostre conoscenze, non applicate in precedenza per il Nero d’Avola. – afferma a Terrà Daniela Fracassetti, dell’Università degli Studi di Milano e responsabile scientifico del progetto – Sono diversi gli aspetti che stiamo approfondendo con questo progetto che toccano tematiche attuali e di crescente interesse, come la produzione di vini a ridotto tenore alcolico. L’approccio utilizzato potrà consentire di comprendere meglio come sia possibile operare per garantire al contempo la qualità dei vini. Non solo, la diversificazione della produzione, anche mediante l’impiego di vasi vinari antichi, le anfore di terracotta, potrà permetterci di indagare l’impatto sulla macerazione e sull’evoluzione del vino Nero D’Avola tenendo in considerazione le reazioni di condensazione e polimerizzazione che naturalmente si verificano durante la produzione e l’affinamento”.

Fracassetti ricorda che è in corso anche una prima valutazione della diversità del vitigno Nero D’Avola nel territorio siciliano che potrà fornire delle informazioni preliminari circa la possibile resilienza dei vigneti più vecchi. Le attività previste nel progetto Innonda si svolgeranno per sola annata ed è auspicabile che si possa proseguire con lo studio per disporre di un numero maggiore di dati, raccolti in annate diverse, rafforzando ulteriormente i risultati ottenuti. L’iniziativa si distingue per il forte impegno nella ricerca scientifica, volta a fornire dati concreti ed evidenze scientifiche a supporto dei produttori per un’adozione più consapevole di pratiche innovative.

Insomma, per dirla con la responsabile del progetto, questa iniziativa rappresenta “un esempio significativo di collaborazione tra il mondo accademico e il settore privato, con l’obiettivo di favorire una crescita sostenibile ed innovativa per il comparto vitivinicolo”. Il percorso, avviato nell’aprile 2024, si articola in diverse fasi: ricerca preliminare, con l’analisi del terroir e delle variabili ambientali che influenzano il vitigno Nero d’Avola per una prima valutazione della resilienza dei vigneti agli stress climatici, con particolare attenzione ai vigneti più vecchi; innovazione enologica, attraverso l’applicazione di tecniche di vinificazione innovative, tra cui l’uso delle anfore per la macerazione e l’affinamento; riduzione alcolica, con lo studio e l’implementazione di strategie tecnologiche fermentative per abbassare il grado alcolico mantenendo l’intensità aromatica; analisi e diffusione dei risultati, mediante il monitoraggio dei risultati e condivisione delle evidenze scientifiche con il settore vitivinicolo.

Il progetto è sostenuto da una rete di partner strategici, tra cui Assovini Sicilia, che coordina le attività, l’Università degli Studi di Milano, che fornisce il supporto scientifico, e il laboratorio Isvea, che garantisce analisi di qualità. Quattro aziende vitivinicole – Dimore di Giurfo, Feudi del Pisciotto, Tenute Lombardo e Tenuta Rapitalà – mettono a disposizione le loro competenze e strutture. Il finanziamento è reso possibile grazie al sostegno dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea.

In termini sociali poi, il progetto punta a rafforzare il legame tra i produttori e il territorio, promuovendo una cultura enologica che valorizzi la tradizione e l’innovazione. Sul piano economico, si prevede un aumento della competitività del Nero d’Avola sui mercati internazionali, con un conseguente beneficio per tutto il settore vitivinicolo siciliano. A livello ambientale, invece, il progetto contribuisce alla sostenibilità attraverso un’indagine preliminare della resilienza dei vigneti.

In sostanza, Innonda rappresenta un esempio virtuoso di come la collaborazione tra ricerca, industria e istituzioni possa generare innovazione e sviluppo. Grazie a questo progetto, il Nero d’Avola non solo consolida il suo ruolo di simbolo del Made in Italy, ma si proietta verso un futuro sostenibile e competitivo, pronto a rispondere alle sfide globali.

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