Terrà

Lo scenario
Vendemmia 2025 in Sicilia: il ritorno alla normalità dopo anni di siccità e malattie

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di Giacomo Alberto Manzo*

Dopo due annate successive caratterizzate da emergenze fitosanitarie e condizioni climatiche avverse, la vendemmia 2025 in Sicilia rappresenta per l’intero comparto vitivinicolo un segno di speranza e di rinascita. La peronospora, tra le più temute malattie della vite, e la siccità hanno segnato profondamente i raccolti precedenti, causando perdite economiche ingenti, disagi alle aziende e un clima di incertezza che ha condizionato l’intera filiera.

Quest’anno, tuttavia, un più favorevole andamento climatico ha permesso di superare almeno in parte le difficoltà, portando a uno stato fitosanitario delle uve molto migliore e a previsioni di quantità e qualità decisamente incoraggianti. Gli enologi e gli operatori vitivinicoli, grazie a un impegno costante e interventi tempestivi in vigneto, si mostrano moderatamente ottimisti ma consapevoli delle sfide ancora aperte.

Cv. Chardonnay nella val di Noto . Ph. C. Sultana

Trapani, Mazara del Vallo e Agrigento: un quadro articolato e complesso

Nel sud-ovest siciliano, la provincia di Trapani ha dato il via alla vendemmia già a fine luglio con varietà di grande rilievo qualitativo come Pinot Grigio, Chardonnay e Viognier, utilizzate anche per produzioni spumantistiche di pregio.

Le temperature miti comprese tra 22-30 °C hanno rallentato la raccolta, un fattore che, lungi dal rappresentare un problema, ha favorito una maturazione equilibrata e il miglioramento delle caratteristiche organolettiche dei grappoli, con un rinvio di circa una settimana rispetto agli anni passati.

Tuttavia, il quadro non è privo di criticità: vaste aree sono state compromesse dalla cicalina, un insetto che danneggia foglie e grappoli, causando stress alle piante. Inoltre, emergono con preoccupazione fenomeni di furti di uve nella zona di Mazara del Vallo e che rischia di minare la sicurezza e la serenità delle imprese agricole.

Nell’entroterra agrigentino, invece, la situazione appare più tranquilla, con condizioni climatiche favorevoli che hanno consentito una maturazione regolare e uno stato fitosanitario delle uve incoraggiante, con una produzione nella media che lascia ben sperare per la qualità futura dei vini.

Vittoria, Noto e Acate: un territorio con sfide e potenzialità contrastanti

Nella Sicilia centro-sudorientale, la situazione resta invece critica e complessa. A Vittoria è già iniziata la raccolta del Sauvignon Blanc che presenta ottime rese e interessanti valori di zuccheri e acidità, superiori del 20% rispetto al 2024, segnale di una fruttuosità vigorosa nonostante le difficoltà.

Tuttavia, la presenza della peronospora continua a mietere vittime soprattutto fra le varietà a bacca rossa: il Nero d’Avola ha subito un calo produttivo stimato del 30%, con inevitabili ripercussioni sul mercato e sulle strategie di vendita, specie per i vini rossi, oggi meno richiesti.

A Noto la situazione è ancora più drammatica per le aziende che adottano metodi biologici: qui le perdite produttive oscillano tra il 50% e il 90%, con danni rilevanti soprattutto su Nero d’Avola e Moscato Bianco, altre varietà come il Sangiovese e lo Syrah fortunatamente mostrano maggiore resistenza agli attacchi fungini.

L’altalena termica e l’umidità di fine luglio hanno reso necessari molti interventi fitosanitari ravvicinati, ma con effetti positivi solo parziali. La maturazione è stata in alcuni casi anticipata dalle alte temperature estive, ma il processo è stato rallentato, soprattutto per il Moscato Bianco, che ha visto il suo normale sviluppo compromesso dalla perdita delle foglie e dal blocco del ciclo fotosintetico.

Etna, Messina e Isole Eolie: equilibri di crescita e raccolte cadenzate

Nel comprensorio dell’Etna, il quadro si presenta nettamente positivo. Questo territorio, grazie alle abbondanti riserve idriche accumulate negli ultimi mesi e ai valori termici contenuti durante il ciclo vegetativo, ha evitato gli stress tipici degli anni precedenti. Le viti mostrano un equilibrio vegetativo e produttivo veramente buono, con un lieve ritardo fenologico (circa sette giorni) rispetto al 2024, che però non desta preoccupazioni data la regolarità delle fasi fenologiche. Le condizioni fitosanitarie sono ottime e si prevede una crescita produttiva del 10%, un risultato che sembrava difficile sino a pochi mesi fa. La vendemmia si svolgerà secondo le tradizioni locali, con le basi spumanti pronte per metà/fine settembre e i vini fermi raccolti in ottobre.

Nella provincia di Messina e nelle Isole Eolie, Salina in particolare, si punta alla qualità nonostante una diminuzione produttiva del 15-20% causata dalla scarsità d’acqua nei mesi più caldi. Attendendo la raccolta a fine agosto e settembre, crescono aspettative positive soprattutto per le varietà rosse e per la Malvasia delle Lipari, che sta invece maturando con un lieve ritardo a causa delle elevate temperature di luglio. A Pantelleria, invece, la situazione è complessa e a macchia di leopardo, con fenomeni estesi di peronospora e presenza invasiva della cicalina africana. Nonostante ciò, i produttori manifestano ottimismo e la vendemmia è alle porte con la speranza di confermare quantità produttive simili a quelle della passata campagna.

Cv. Sauvignon Blanc Ph. M. Maggio

I nodi da sciogliere e la strada verso la sostenibilità integrata

Nonostante le ottime premesse qualitative e le condizioni climatiche favorevoli, il settore vitivinicolo siciliano continua a fronteggiare problemi strutturali di non poco conto. Le contrattazioni di uve e mosti sono quasi assenti in questo inizio di stagione, segno di un mercato ancora frenato dall’incertezza e dalla rigidità. Inoltre, la cronica mancanza di manodopera qualificata rappresenta un ostacolo rilevante per la gestione efficiente delle aziende, soprattutto in fase di raccolta e di interventi agronomici.

Di fronte a queste condizioni, e considerati i drastici cambiamenti climatici in atto, cresce il dibattito sull’opportunità di integrare maggiormente le tecniche di lotta biologica con sistemi di lotta integrata, sostenuti da una normativa più flessibile e pragmatica.

Questa strategia potrebbe rappresentare un equilibrio virtuoso fra tutela ambientale e efficacia fitosanitaria, permettendo di preservare la salubrità delle uve e la competitività del prodotto finale. La vendemmia 2025 sarà dunque non solo un banco di prova agricolo, ma anche una sfida sul piano culturale e regolamentare per tutta la filiera vitivinicola siciliana.

La vendemmia 2025 in Sicilia si presenta come un momento cruciale, all’insegna della speranza e della resilienza di un territorio storicamente vocato alla produzione di vini eccellenti. Le quantità attese dovrebbero attestarsi intorno ai livelli del 2022, con una produzione stimata di circa 3,5 milioni di ettolitri di vino e un raccolto complessivo di 4,7-5 milioni di quintali di uva. Il futuro, pur segnato da incognite e nuove sfide, è nelle mani di produttori, tecnici e istituzioni chiamati a calare in campo soluzioni innovative, sostenibili e lungimiranti per salvaguardare l’unicità del patrimonio vitivinicolo siciliano.

*Enologo

hanno collaborato: Maria Carella, Laura la Mantia, Massimo Maggio, Salvatore De Vita, Pietro Colosi, Fabrizio Fiorino, Mimmo Paone, Corrado Sultana, Maurizio Maurizi, Antonio D’Aietti, Antonino Sanzione, Antonino Di Marco, Carlo Hauner e Massimo Padova.

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