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Il bando
Una rete di laghetti da 4,6 milioni di euro: l’offensiva della Sicilia contro la siccità

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Quattro milioni e seicentomila euro per costruire invasi aziendali e contrastare la crisi idrica. È il piano dell’assessorato regionale all’Agricoltura della Sicilia, che ha pubblicato un avviso per finanziare la realizzazione di vasche, laghetti e serbatoi destinati all’accumulo di acqua per l’irrigazione e l’uso zootecnico. Le risorse, certe secondo l’amministrazione Schifani, arrivano dal Piano operativo complementare (Poc) 2014-2020. I beneficiari, piccole e medie imprese agricole, dovranno coprire con cofinanziamento almeno il 50% del costo totale, con un contributo pubblico massimo di 30.000 euro a intervento.

Luca Sammartino, assessore Agricoltura Regione Siciliana

L’obiettivo dichiarato è garantire “autonomia idrica” alle aziende agricole siciliane, sempre più esposte a periodi di siccità prolungati. “I laghetti aziendali garantiranno autonomia ai produttori per assicurare continuità produttiva”, ha affermato l’assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino.

Un’emergenza nazionale

L’iniziativa siciliana si inserisce in un contesto nazionale drammatico. L’Italia, nonostante l’abbondanza di piogge, disperde ogni anno circa l’89% dell’acqua piovana. Il sistema di bacini artificiali riesce a trattenere solo l’11% dei 300 miliardi di metri cubi che cadono annualmente sul territorio, una percentuale drammaticamente bassa se paragonata al 35% della Spagna. Questo gap infrastrutturale ci rende particolarmente vulnerabili ai lunghi periodi di carenza idrica.

Laghetti, un antidoto alla siccità

Oltre alla funzione primaria di riserva idrica per l’agricoltura, i piccoli invasi svolgono un ruolo cruciale nella regimazione delle acque. In caso di piogge intense, questi bacini aiutano a contenere le piene dei fiumi, regolandone il deflusso e contribuendo alla prevenzione di alluvioni e dissesti idrogeologici. Si configurano quindi come una soluzione multifunzionale a un problema complesso.

La normativa italiana definisce con precisione i “laghetti collinari”: l’altezza dello sbarramento non può superare i 15 metri e la capacità del bacino deve rimanere sotto il milione di metri cubi. La maggior parte degli invasi per uso irriguo e antincendio ha una capacità media compresa tra 20.000 e 30.000 metri cubi.

La geografia degli invasi in Italia

La distribuzione dei bacini artificiali sul territorio nazionale non è uniforme e risponde a diverse esigenze. Al Nord si concentrano grandi invasi, spesso destinati alla produzione di energia idroelettrica. Al Sud e nelle Isole, invece, prevalgono i bacini a servizio dell’agricoltura. In Sardegna svetta il lago Omodeo, il più grande invaso artificiale d’Italia con i suoi oltre 20 chilometri quadrati di superficie. In Sicilia, numerosi bacini a scopo irriguo sono considerati indispensabili per sostenere le coltivazioni nelle aree interne dal clima arido, rendendo l’intervento regionale una misura attesa e strategicamente rilevante.

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