Terrà

Turismo delle radici, un viaggio di 10 mila chilometri alla scoperta dei nostri avi

di Epifania Lo Presti

“Si chiamano Leo e Lea e arrivano dal Quebec. Partendo da Palermo hanno camminato sulla Magna Via Francigena e, giunti a Prizzi, li abbiamo ospitati al C.A.O.S. il Centro di aggregazione e ospitalità gestito dall’associazione Sikanamente, dove hanno deciso di soffermarsi qualche giorno in più per aiutarci nelle nostre attività. Meta finale del loro viaggio è però Cianciana alla scoperta delle proprie radici e della città che fu dei nonni Giuseppe e Francesca”. La storia raccontata sui social da Salvatore Greco, operatore turistico del Distretto rurale di qualità dei Sicani e socio di SikanaMente, è solo una delle tante raccolte sui sentieri e tra i vicoli dei borghi Sicani.

Gli aneddoti su giornate di accoglienza che si legano a storie di contaminazioni e migrazioni sono piuttosto comuni. Sono sempre più numerosi, infatti, i visitatori del Distretto Rurale di Qualità Sicani che vivono esperienze di viaggio allo scopo di ritrovare le radici dei loro antenati e disegnare il proprio albero genealogico: la ricerca inizia online poiché la diffusione delle informazioni e alcuni documenti sulla storia familiare passano dai servizi di genealogia dedicati – My Heritage o il Portale Antenati del ministero della Cultura sono i più noti – e termina con un viaggio sul posto alla scoperta di nomi e cognomi, prove d’archivio, gradi di parentela, ma soprattutto parenti più o meno lontani che ancora mantengono le radici nei luoghi di provenienza.

Da San Francisco a Santo Stefano Quisquina

Erika Gratino, local insider a Bivona, ovvero esperta locale, e componente della Rete Rifai, appena pochi giorni fa ha guidato l’esperienza di una famiglia proveniente da San Francisco. Un viaggio di oltre 10.000 km per arrivare a Santo Stefano Quisquina nei luoghi della memoria di Lorenzo Panepinto, l’insegnante, politico, artista e sindacalista che dalla fine dell’800 ai primi del 900 è stato un grande punto di riferimento intellettuale per l’intera comunità dei monti Sicani. “L’ufficio anagrafe del Comune ci ha accompagnati alla ricerca di ogni dettaglio che potesse ricondurre alla sua vita”, ha raccontato. “Un tour urbano ha poi animato il resto della  giornata, alla scoperta della storia, dei luoghi di vita e di lotta di Panepinto, condividendo un pranzo a base di prodotti locali e visitando i laboratori d’arte e artigianato dell’artista Giovanni Piazza e delle artigiane Francesca e Marilena Alferi. Le pronipoti di Panepinto hanno vissuto in pieno una tipica giornata sicana, cimentandosi anche nella tecnica del ricamo chiacchierino che le due imprenditrici dell’azienda “Fiori d’Arancio” hanno innovato e illuminato di nuova luce creando pezzi unici e pregiati charme.

Due esempi attuali per raccontare il modello d’accoglienza strutturata che le reti di partenariato pubblico-privato del Distretto Rurale di qualità dei Sicani stanno sempre più implementando grazie alle azioni supportate dal Gal Sicani attraverso i bandi dei programmi Leader e PSR Sicilia. “Incontri, condivisione, assaggi, tradizioni e persone, per raccontare chi siamo e perché abbiamo un legame così forte con questa terra. È questo quello che offriamo ai visitatori e per loro è straordinario”. Lo dice Pierfilippo Spoto, guida esperienziale, tra i più appassionati custodi e promotori del territorio Sicani e ispiratore di questo modello di viaggio-incontro. Da vent’anni con la sua impresa Val di Kam propone tour a viaggiatori da ogni parte del mondo. Esperienze semplici, ma soprattutto incontri.

Alla ricerca degli avi

Pierfilippo Spoto è stato tra i precursori nel territorio di quelli che gli americani chiamano roots tour. “Il programma di viaggio inizia a prendere forma circa un anno prima con il contatto di un tour operator: raccolti i primi indizi forniti dalle persone interessate a ricostruire i rami della propria genealogia, mi reco sul posto ed entro in contatto con parrocchie e archivi comunali”. Ma il momento più interessante dell’esperienza va ben oltre la ricerca archivistica tra i registri impolverati: “Il posto ideale in cui chiedere informazioni è in fila o seduto sulla sedia del barbiere. Quasi sempre da queste chiacchierate vengono fuori informazioni preziose e legami di parentela fino a quel momento inediti”, racconta. “Il momento del loro arrivo in uno dei nostri borghi è carico di emozioni: da Chicago, Brooklyn, New York o da altre città diventate luogo di approdo per centinaia di migliaia di meridionali, raggiungo i Sicani”.

È una caccia al tesoro: “Dagli archivi comunali passiamo a quelli parrocchiali, ci fermiamo in piazza e attraversiamo vaneddi e curtiglia (vicoli stretti), scovando aneddoti e dettagli sulle vite di bisnonni, cugini o prozie. Abbracci, baci, un pranzo condiviso con le specialità a chilometro zero del nostro Distretto e un brindisi finale suggellano nuove relazioni e sono il segno che la linea del tempo è stata ricostruita”. Per Pierfilippo questo è uno dei momenti più emozionanti del suo lavoro. “Penso spesso a quanti siciliani nel mondo vorrebbero ritrovare le loro origini: prendere parte a momenti così intimi e festosi è davvero un grande privilegio per me”. “La domanda generata dai turisti delle radici, ovvero tutti quei viaggiatori che vorrebbero riavvicinarsi alla propria storia familiare e culturale e alle tradizioni dei propri avi potrebbe riguardare tutti i comuni del Distretto Rurale di Qualità dei Sicani”, aggiunge Angelo Palamenghi, direttore di piano del Gal Sicani. “Per questa ragione in linea con gli obiettivi di promozione turistica e culturale del Distretto Rurale di Qualità dei Sicani, anche questo segmento di mercato sta ricevendo molta attenzione da parte degli operatori turistici del territorio.

Nell’ambito del progetti di attuazione delle Unità comunali funzionali del DRQ Sicani nato attraverso il bando “Vivere e Viaggiare nel DRQ SICANI” (azione 1.1.1 PAL Sicani) i partenariati pubblico-privati locali composti da pubbliche amministrazioni, imprese locali e associazioni, stanno lavorando per promuovere insieme un’unica offerta turistica che punta all’accessibilità e alla sostenibilità e per garantire ai viaggiatori un’immersione nei piccoli centri all’insegna delle esperienze e degli incontri con chi li abita. Ma a questo scopo – aggiunge Palamenghi – saranno fondamentali anche le misure dedicate alla formazione (azione 2.1.1 e PAL Sicani) e quelle relative alle reti d’impresa del settore turistico e agroalimentare (Azione  2.2.1 e 2.1.1. PAL Sicani). Si tratta di strumenti fondamentali per promuovere uno sviluppo armonico dei nostri Sicani – spiega ancora Palamenghi – volte a favorire il miglioramento della competitività aziendale e a promuovere modelli di cooperazione innovativi per inserirsi nei moderni circuiti commerciali e nei mercati nazionali ed internazionali, sia per la vendita dei pacchetti turistici che delle nostre produzioni agroalimentari”.

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