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Salmonella Strathcona: perché l’acqua è la nuova sorvegliata speciale della sicurezza alimentare

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di Gaetano Mineo

Quando si pensa alla Salmonella, l’associazione immediata è spesso con uova, pollame o allevamenti. Tuttavia, il genere Salmonella comprende oltre 2600 sierotipi diversi, e tra questi ne sta emergendo uno un tempo quasi sconosciuto: Salmonella Strathcona. Negli ultimi anni, come ci spiega la dott.ssa Lisa Barco, direttrice del Centro di referenza nazionale per le salmonellosi presso l’IZS Venezie, le segnalazioni di casi umani legati a questo sierotipo sono aumentate in diversi paesi europei, Italia compresa, ponendo nuove sfide alla sicurezza alimentare. A differenza delle varianti più note, Salmonella Strathcona sembra avere un legame privilegiato con l’ambiente e l’acqua, sollevando interrogativi sul rischio di contaminazione delle produzioni agricole, come gli ortaggi consumati freschi.

Dott.ssa Barco, cos’è la Salmonella Strathcona e in cosa si differenzia dagli altri sierotipi di Salmonella più comuni?

“All’interno del genere Salmonella sono descritti più di 2600 sierotipi diversi. Uno di questi è Salmonella Strathcona, un sierotipo molto raro che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni grazie all’aumento delle segnalazioni di casi umani registrati in diversi paesi europei, Italia compresa. A differenza dei più comuni sierotipi di Salmonella, l’isolamento di Salmonella Strathcona non è frequentemente associato a fonti tradizionali, come ad esempio gli animali allevati”.

Lisa Barco

Come si trasmette questa particolare variante e quali sono i principali vettori ambientali o animali?

“Come per tutte le infezioni da Salmonella, anche quelle causate da Salmonella Strathcona sono legate principalmente al consumo di alimenti contaminati, oppure, con frequenza minore, attraverso il contatto con animali o ambiente contaminato. In particolare, questo sierotipo sembra essere adattato all’acqua dal momento che i pochissimi isolati da fonti diverse dall’uomo, quasi esclusivamente nazionali, sono più spesso correlati all’acqua che ad altre fonti. Va precisato che si tratta di un sierotipo ancora poco conosciuto, per il quale disponiamo di pochi dati”.

Ci sono aree geografiche o condizioni climatiche che favoriscono la diffusione della Salmonella Strathcona?

“In Italia, i pochi casi di isolati non clinici di Salmonella Strathcona sono stati registrati in diverse regioni, tuttavia l’area con il maggior numero di questi isolamenti da fonti non umane è la Sicilia. Va comunque sottolineato che stiamo parlando di numeri davvero molto esigui e che, trattandosi di un sierotipo ritrovato per lo più nell’ambiente, il numero di campionamenti risulta certamente inferiore rispetto a quanto effettuato su fonti animali o alimentari. Questo scenario ne complica ulteriormente la puntuale identificazione. Dal punto di vista climatico, le alte temperature favoriscono lo sviluppo di Salmonella Strathcona, come accade anche per gli altri sierotipi di Salmonella, tanto che l’incremento dei casi umani nel periodo autunnale è una conseguenza della fase di proliferazione del patogeno nei mesi estivi”.

In che modo la Salmonella Strathcona può influire sulle produzioni agricole, in particolare su ortaggi e colture destinate al consumo fresco?

“Trattandosi di un sierotipo riscontrato in maniera sporadica in matrici ambientali e nell’acqua, nella fase di produzione di prodotti ortofrutticoli possono verificarsi situazioni di contaminazione. Tali contaminazioni sono per lo più superficiali, pertanto il lavaggio accurato del prodotto, soprattutto nel caso dei pomodori che hanno una superficie liscia, dovrebbe essere sufficiente a garantirne l’eliminazione. Ovviamente l’applicazione di adeguate pratiche agricole e igieniche in tutte le fasi della filiera di produzione è essenziale per ridurre al minimo questo rischio potenziale”.

Gli animali da allevamento possono fungere da serbatoio del batterio? Se sì, quali specie sono più a rischio?

“Tra i pochi isolamenti non umani di Salmonella Strathcona, alcuni provengono da specie animali diverse. Tuttavia, la scarsità dei dati che abbiamo a disposizione non permette assolutamente di indicare alcuna specie animale come a rischio”.

Esistono colture o pratiche agricole più suscettibili alla contaminazione rispetto ad altre?

“Allo stato attuale, i dati epidemiologici raccolti da alcuni paesi europei associano questo sierotipo per lo più al pomodoro. È bene sottolineare, però, che al momento non risultano evidenze di isolamenti di Salmonella Strathcona né dal pomodoro né da altro prodotto ortofrutticolo. Invece, l’isolamento di questo sierotipo dall’acqua suggerisce che questa possa essere una fonte di contaminazione da tenere in considerazione. Pertanto il controllo microbiologico dell’acqua utilizzata per l’irrigazione, come pure la modalità di irrigazione (per es. irrigazione a goccia) sono aspetti del processo di produzione che devono essere opportunamente gestiti”.

Quali misure di biosicurezza e igiene dovrebbero adottare gli agricoltori per ridurre il rischio di contaminazione?

È importante gestire e monitorare tutti le potenziali fonti di contaminazione, per ridurre il rischio microbiologico nelle produzioni agricole e garantire la sicurezza alimentare. Tra gli aspetti più rilevanti figurano l’acqua di irrigazione, i concimi organici, le possibilità di contaminazione legate alla presenza di infestanti, la vicinanza agli allevamenti, solo per citarne alcuni. Per questo motivo, per gli ortaggi da consumare crudi è fondamentale utilizzare acqua pulita per l’irrigazione. I prodotti ortofrutticoli sono generalmente coltivati all’aperto in un ambiente che non è sempre facile da controllare, ed esposti a molteplici potenziali fonti di contaminazione microbiologica. La gestione del rischio è complicata anche dal fatto che i prodotti freschi, spesso consumati crudi e con una breve durata di conservazione, richiedono indagini tempestive e analisi rapide per evidenziare eventuali contaminazioni. Infine, l’identificazione di lotti di prodotto contaminato può essere ostacolata dalle basse concentrazioni dei patogeni e dalla loro distribuzione eterogenea all’interno del prodotto, condizioni che rendono necessari campionamenti altamente sensibili per garantirne l’identificazione”.

Quanto è importante la tracciabilità dei prodotti nel contenimento delle infezioni batteriche di questo tipo?

“La tracciabilità è un aspetto essenziale per la gestione di eventuali non conformità legate ad esempio al riscontro di lotti positivi che devono essere tempestivamente identificati e gestiti. Purtroppo nel contesto dei prodotti ortofrutticoli vi sono elementi di complessità ulteriori rispetto a quelli che sono altri prodotti alimentari, come già illustrato”.

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