
Madonie connesse: la Banda ultra larga che ricuce comunità e futuro
Di fronte a un paesaggio che sembra eterno, tra boschi che sanno di silenzio e borghi sospesi nel tempo, la rete invisibile della banda ultra larga ha cominciato a tessere un nuovo destino. Per la prima volta, la modernità tecnologica non guarda solo alle grandi città, ma si china sulle ferite antiche delle aree interne. E lo fa con una promessa concreta: rimettere in connessione territori, persone, idee.
C’è una linea sottile che corre oggi tra il presente e il futuro delle Madonie. Non è fatta di pietra, come i muretti a secco che delimitano i campi. Non è fatta di asfalto, come le strade che arrancano tra un paese e l’altro. È fatta di fibra ottica e di segnali radio, invisibili a occhio nudo ma fondamentali quanto l’acqua o l’aria. Si chiama Banda Ultra Larga. E da qualche mese, ha cominciato a riscrivere il destino digitale di una delle aree più marginalizzate della Sicilia.
Una promessa mantenuta
Nei comuni che rientrano nell’area del GAL ISC MADONIE – una delle strutture più attive nella promozione dello sviluppo locale – è stata completata un’opera attesa da anni. Un’infrastruttura che mancava del tutto, soprattutto nelle cosiddette “aree bianche”, quelle dove il mercato aveva deciso di non arrivare perché “non convenienti”. Ma dove invece vive gente vera, imprese vere, bambini che vanno a scuola e agricoltori che devono compilare documenti telematici anche se la rete non c’è.
Oggi, questa rete finalmente c’è. E a raccontarlo, con l’orgoglio di chi ha seguito ogni passaggio del processo, è Dario Costanzo, Responsabile di Piano del GAL ISC Madonie: “Siamo davanti a un cambiamento storico per il nostro territorio. Dopo anni in cui abbiamo denunciato il divario digitale che penalizzava le Madonie, oggi possiamo dire che quel divario si sta colmando. E non si tratta solo di portare più velocità nei collegamenti: si tratta di restituire pari dignità e pari opportunità alle nostre comunità”.
Un divario storico colmato
Per capire l’importanza dell’intervento, bisogna guardare indietro. Il ritardo infrastrutturale nelle aree interne delle Madonie è un tema noto da decenni. A mancare non sono solo le grandi arterie stradali o ferroviarie, ma anche – e soprattutto – le cosiddette “infrastrutture immateriali”. Quelle invisibili, ma decisive: come la connettività. Già nel 2015, con l’approvazione del Piano Strategico Nazionale BUL (Banda Ultra Larga), il Governo italiano aveva riconosciuto l’esistenza di un problema strutturale.
L’obiettivo era ambizioso: garantire su tutto il territorio nazionale connessioni di almeno 30 Mbps, con una proiezione a 100 Mbps. Ma nei territori rurali, come quelli delle Madonie, la realtà restava ben distante da queste soglie. “Abbiamo vissuto per anni come cittadini di serie B – racconta il dirigente del GAL ISC Madonie-. Imprese costrette a rinunciare a investimenti per l’impossibilità di lavorare online, giovani professionisti che lasciavano i nostri paesi perché non potevano nemmeno sostenere una videoconferenza decente. È stato frustrante. Ma anche il motore della nostra determinazione”.
Un’infrastruttura per il futuro
Così, nell’ambito della sottomisura 19.2/7.3 del PSR Sicilia 2014–2022, il GAL ha investito parte delle risorse del Piano d’Azione Locale “Comunità Rurali Resilienti” proprio per colmare il divario digitale. Le aree d’intervento? Le più difficili. Quelle bianche, dove il fallimento del mercato aveva lasciato un vuoto drammatico.
Dopo un confronto tecnico con ARIT (Agenzia Regionale per l’Innovazione Tecnologica) e INFRATEL Italia S.p.A., il GAL ha progettato un intervento strategico che non duplicasse i progetti nazionali esistenti, come il Piano Italia 1G finanziato dal PNRR, ma li completasse, andando a coprire il famoso “ultimo miglio”. Il risultato è un’infrastruttura che ha poco da invidiare alle grandi città. Una rete a maglia, resiliente e ridondata, in fibra e PTP radio, con capacità di connessione fino a 200 Mbps. E soprattutto, già predisposta per evoluzioni future.
Servizi innovativi e nuove opportunità
Ma la vera novità è nei servizi attivati: traffico dati, telefonia VoIP, hotspot WiFi pubblici gratuiti – a partire dalla località simbolica di Piano Battaglia – e diffusione del segnale anche nei comuni attraversati dalla nuova fibra. Il tutto integrato nei progetti WiFi Italia del MISE e FREE ITALIA WIFI. “Volevamo una rete solida, gratuita per i cittadini, e che potesse durare nel tempo. Per questo l’impresa che ha realizzato il progetto ha anche assunto l’impegno di eseguire la manutenzione per 20 anni. Questo significa garanzie reali, non solo promesse”, aggiunge il dirigente del GAL ISC Madonie.
Ma cosa cambia davvero, oggi, per chi vive nei borghi delle Madonie? Tutto. La banda ultra larga, oltre ad accorciare le distanze, apre le porte a nuove economie, nuovi servizi, nuove possibilità. Agricoltura: trasmissione in tempo reale di dati climatici, controllo da remoto delle colture, gestione degli impianti di irrigazione, invio della documentazione obbligatoria. Sicurezza: trasmissione istantanea di segnalazioni di emergenze sanitarie, incidenti, furti, incendi o frane. Turismo: WiFi pubblico, informazioni in tempo reale, mappe digitali, prenotazioni online.
Una rivoluzione per famiglie, scuole e professionisti
Tra i principali beneficiari di questo cambiamento ci sono le famiglie e le scuole. Dopo l’emergenza Covid, la necessità di una buona connessione è diventata evidente a tutti. Lezioni a distanza, smart working, servizi digitali: nulla è possibile senza rete. “Ci sono insegnanti che hanno dovuto fare lezione da casa con connessioni mobili instabili. Bambini che non potevano partecipare alle attività online. Adesso non sarà più così”, spiega.
Ma la rivoluzione riguarda anche i professionisti. Giovani architetti, psicologi, artigiani digitali, freelance, startupper che prima erano costretti a trasferirsi, oggi possono lavorare da Petralia, da Gangi, da Collesano. E magari attrarre clienti da tutto il mondo. C’è un’idea che attraversa tutto il progetto: quella di radicare le persone al loro territorio. Non per costrizione, ma per scelta. Creare le condizioni affinché chi vuole vivere nelle Madonie possa farlo con la stessa qualità di vita di un cittadino metropolitano. “Non vogliamo più parlare di resistenza, ma di scelta. Di ritorno. Di nuove radici. La banda ultra larga è uno strumento. Ma il fine è sempre lo stesso: tenere viva la nostra terra” conclude Costanzo.
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