
Aziende e frantoi
La rivoluzione silenziosa dell’olio: come 3.000 produttori siciliani stanno cambiando il comparto
L’olio extravergine non è mai stato soltanto un alimento. È storia, identità, patrimonio collettivo. È in questa cornice che nasce e cresce l’esperienza di Oleum Sicilia, una rete di oltre 3mila aziende olivicole siciliane, oggi presieduta da Mario Terrasi, che guida anche il Consorzio di Tutela dell’Olio IGP Sicilia. La sua voce racconta un progetto che non è soltanto economico, ma profondamente culturale.
La rivoluzione silenziosa
“Oleum Sicilia nasce da una convinzione profonda: solo facendo rete, condividendo esperienze e unendo le forze, il patrimonio olivicolo della Sicilia può esprimere tutta la sua grandezza”, spiega Terrasi. In queste parole c’è l’essenza di una rivoluzione silenziosa, che ha saputo mettere insieme migliaia di aziende agricole e molte cooperative, creando una comunità viva, fatta di storie familiari e di tradizioni territoriali. Una dimensione collettiva che non annulla le individualità, ma le valorizza, trasformandole in un racconto corale.
“Ogni bottiglia che porta il nostro marchio non è un semplice prodotto, ma è la somma delle storie di chi ha curato gli ulivi, raccolto le olive e custodito un sapere tramandato da generazioni”, sottolinea il presidente.
La Sicilia olivicola, frammentata per natura e storia, ha trovato in questa rete la chiave per dare dignità al lavoro dei singoli produttori. In sostanza, l’unione fa la forza.
La risposta a un consumatore consapevole
“Viviamo un’epoca in cui i consumatori sono sempre più attenti, informati ed esigenti. Non cercano solo un prodotto di qualità, ma pretendono di conoscerne la storia, l’origine, i valori”, osserva Terrasi, mettendo in luce come la figura del consumatore moderno sia cambiata radicalmente. Non più semplice acquirente, ma quasi “prosumer”, un soggetto che si sente parte attiva del processo produttivo. È a questa domanda che Oleum Sicilia ha deciso di rispondere, con un olio extravergine certificato, tracciabile e sostenibile, capace di raccontare autenticità e rispetto.
Le certificazioni, dall’IGP Sicilia alle DOP territoriali, fino al biologico e agli standard internazionali di tracciabilità, diventano così garanzie tangibili, strumenti per consolidare la fiducia. “Non sono semplici etichette, ma il segno concreto che quell’olio proviene da uliveti siciliani, coltivati con rispetto per l’ambiente e frutto di un lavoro etico e trasparente”, afferma il presidente. È un impegno che trasforma ogni goccia di olio in un patto di fiducia tra chi lo produce e chi lo consuma.
Ed è qui che la sostenibilità e l’identità territoriale si rivelano la vera arma competitiva. In Italia, dove la sensibilità del consumatore è cresciuta, queste caratteristiche rafforzano il legame con un pubblico che chiede autenticità. All’estero, invece, rappresentano un potente fattore di differenziazione. “Portare nel mondo un olio che non è solo eccellenza gastronomica, ma anche identità territoriale e impegno ambientale significa intercettare quella domanda crescente di alimenti che uniscono qualità, storia e responsabilità”, conclude Terrasi.
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