Terrà

L'intervista
Dal vino di famiglia al successo personale: la storia di Fabio D’Ancona, un enotecnico di terza generazione

di Giacomo Alberto Manzo*

Proveniente da una famiglia vinicola di Pantelleria, ha sviluppato presto una passione per il vino, portandolo a specializzarsi all’Istituto Agrario di Marsala. E ora, l’enotecnico Fabio D’Ancona, nella sua azienda familiare, segue tutte le fasi della produzione, dalla vigna alla vinificazione. Preferisce terreni protetti per ottenere uve di qualità e integra tradizione e innovazione nel processo. E a suo dire, le bollicine e i vini naturali sono le tendenze attuali, mentre lui predilige i vini rossi affinati in legno. Consiglia ai futuri enotecnici di essere appassionati e curiosi. Tra le sue esperienze più significative, spicca il lavoro in una cantina toscana, ma oggi si dedica al Passito di Pantelleria.

Come ha intrapreso la carriera di enotecnico? 

 “Essendo nato in una famiglia che produce vino da tre generazioni, il mondo dell’enologia ha sempre fatto parte della mia vita. Già a cinque anni accompagnavo mio padre nelle contrade di Pantelleria, osservando attentamente il suo lavoro. Crescendo, ho partecipato alle vendemmie e mi sono affascinato dal processo che trasformava il semplice succo d’uva in vino. Questo interesse mi ha spinto a frequentare l’Istituto Tecnico Agrario ‘Abele Damiani’ di Marsala, dove mi sono specializzato come enotecnico. 

Quali sono le sue principali responsabilità nel processo di produzione del vino? 

 “La nostra azienda è a conduzione familiare, il che mi permette di avere un ruolo completo sia nella parte viticola che enologica. Seguo ogni fase tecnologica del processo di produzione, dal vigneto fino alla vinificazione. In questo, collaboro strettamente con mio padre, anche lui enotecnico, garantendo che ogni passaggio venga svolto con cura e dedizione”. 

Come sceglie le uve per la vinificazione? 

 “Pantelleria, essendo un’isola caratterizzata da un clima ventoso e siccitoso, richiede un’attenzione particolare nella scelta dei terreni e delle uve. Preferisco selezionare vigneti situati in aree ombreggiate e protette dal vento. Man mano che ci si avvicina alla maturazione, effettuo sopralluoghi periodici per valutare sia lo stato di maturazione delle uve che la loro salute. Quando raggiungiamo l’equilibrio ottimale tra zuccheri e qualità sanitaria, diamo inizio alla vendemmia”. 

Fabio D’Ancona

 Quali sono le tendenze nel mondo del vino? 

 “Le bollicine continuano ad avere una grande popolarità, seguite da un interesse crescente verso cocktail a base di vino, come lo spritz, e vini frizzanti in lattina. Anche i vini naturali stanno guadagnando sempre più attenzione, rispondendo a una richiesta di prodotti meno manipolati e più autentici”. 

 Come bilancia tradizione e innovazione? 

 “La tradizione è il cuore del nostro lavoro, ma non possiamo ignorare i vantaggi che la tecnologia moderna ci offre. Utilizziamo strumenti innovativi sia per la vinificazione che per il confezionamento, cercando di integrare al meglio le tecniche tradizionali con le novità tecnologiche per garantire un prodotto sempre di alta qualità”. 

Come valuta la qualità di un vino? 

 “Valutare un vino richiede un’analisi attenta e completa. Conosco bene i terreni da cui proviene, il clima in cui è cresciuto e le caratteristiche del vitigno. Non mi lascio influenzare troppo dalle etichette: preferisco concentrarmi sugli aspetti organolettici del vino, come il suo aspetto visivo, l’aroma, il gusto e la sensazione tattile”. 

Un vino preferito? 

 “Non ho ancora trovato un vino che mi emozioni completamente, ma sono affascinato dai vini rossi, specialmente quelli affinati in legno. Apprezzo i vini che esprimono una grande forza aromatica e una struttura tattile robusta, caratteristiche tipiche dei vini rossi”. 

Consigli a chi vuole diventare enotecnico? 

 “Il mio primo consiglio è di avere una grande passione e dedizione. È importante studiare, viaggiare, essere curiosi e scoprire nuove tipologie di vino. Ogni regione ha una storia unica da raccontare. Quindi, è fondamentale accumulare quanta più esperienza tecnica possibile. Ogni esperienza lavorativa diventerà un tassello importante del tuo bagaglio di conoscenze”. 

 La sua esperienza più memorabile? 

 “Nel 2018, dopo essermi specializzato, ho avuto la fortuna di lavorare nella cantina Barone Ricasoli in Toscana. Un’esperienza che mi ha segnato profondamente. E oggi, il mio obiettivo, è continuare a dedicarmi all’azienda di famiglia, producendo uno dei vini più straordinari del mondo: il Passito di Pantelleria”. 

*Enologo

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