
Il progetto
Cantalupo e melanzana, più qualità e quantità: ecco un nuovo sistema di coltivazione
di Francesco Celestre*
Il progetto “Portinnesti Innovativi Per Migliorare gli Aspetti quali-quantitativi delle produzioni orticole e dell’efficacia d’uso delle risorse” in Acronimo: P.I.P.M.A.D. è stato finanziato nell’ambito della PSR Sicilia 2014/2022 Misura 2016 con Decreto del Dirigente del Servizio 5 n. 2404 del 6/8/2020. Il Gruppo Operativo GO AGRIFLY è composto da 19 partner ivi compreso il capofila. Il partenariato costa di soggetti della ricerca “Corissia”, Università degli studi della Tuscia, Università degli studi di Napoli Federico II, diverse aziende agricole, un Broker Pro.Se.A. Srl, e altri soggetti (trasformatore, laboratorio di analisi, una OP: Abiomed). Le aziende agricole operano nel sud est della Sicilia e si occupano della coltivazione delle orticole sotto serra e producono sia melone che melanzana. Da tempo il settore è alla ricerca di innovazioni mirante a individuare portainnesti resistenti alle varie malattie pedologiche (funghi terricoli, nematodi, ecc.) senza che ne sia trascurata la resa e la qualità del prodotto.

Il comparto orticolo assume oggi un ruolo primario nell’ambito dell’agricoltura nazionale, con una produzione stimata nel 2017 superiore a 7 miliardi di euro, corrispondenti al 14% della produzione agricola italiana e con una superficie di circa 374 mila ettari (di cui 32.000 ettari sotto apprestamenti protettivi). Le normative di divieto dell’uso di bromuro di metile (BM) per la fumigazione dei suoli hanno, negli ultimi anni, indirizzato studi e ricerche verso l’individuazione di sistemi colturali orticoli efficienti, alternativi ed eco-sostenibili. Nelle colture orticole (Solanaceae e Cucurbitaceae) e nello specifico nella melanzana (Solanum melongena) e nel melone cantalupo (Cucumis melo var. cantalupensis), l’impiego dell’innesto erbaceo ha manifestato un notevole aumento grazie ai numerosi vantaggi e potenzialità che esso offre per l’incremento e la sostenibilità dei diversi processi produttivi: resistenza alle avversità biotiche e abiotiche, adattabilità a condizioni sub-ottimali di crescita, capacità e stabilità produttiva, qualità delle produzioni e migliore utilizzazione delle risorse interne al sistema come l’azoto (N). Sebbene l’innesto erbaceo possa essere ormai considerato uno strumento valido e affermato, sarebbe auspicabile, per migliorare l’efficienza e incrementarne l’uso, ampliare la gamma di portinnesti disponibili.
A tal fine, sarebbe auspicabile attingere alle specie selvatiche e affini per l’innesto del melone cantalupo e della melanzana. Il progetto ha subito una prima variante, D.D.S. n.2349/2021, vista l’esigenza di rimodulare il progetto, alla luce delle condizioni operative imposte dai vari DPCM (sull’emergenza coronavirus) e del tempo trascorso tra la presentazione dell’istanza e il decreto di approvazione e finanziamento DDS n. 2404/2020. Nel periodo intercorso tra la presentazione del progetto e il suo finanziamento, circa 2 anni, si sono resi disponibili, infatti, sul mercato, nuovi mezzi tecnici e inoltre, la pandemia da Covid 19, che ha interessato il nostro Paese, ha reso necessario adeguare le attività progettuali al rispetto delle norme di sicurezza per la tutela della salute di tutti gli operatori che a vario titolo prendevano parte alle attività di progetto. Alla luce di quanto rilevato si è ritenuto opportuno sottoporre le attività di campo previste, nell’ambito dell’innovazione proposta, a una fase di validazione.