L'iniziativa
Alla conquista di nuovi mercati, il melone giallo del Trapanese scommette sull’IGP
di Dario Cataldo
Il melone giallo del Trapanese si affaccia con ambizione sui mercati nazionali e internazionali grazie all’inizio del percorso per l’ottenimento dell’Indicazione Geografica Protetta (IGP). L’iniziativa è promossa dal GAL Valle del Belìce, che ha coinvolto con successo agricoltori, tecnici e istituzioni locali, puntando su un prodotto che, nonostante la riduzione delle superfici coltivate, resta una risorsa agricola strategica per l’economia del territorio.
Cuore della produzione nazionale
“Le ragioni che ci hanno spinto a intraprendere il percorso della IGP sono molteplici – spiega Alessandro La Grassa, direttore del GAL Valle del Belìce –. Innanzitutto, abbiamo riconosciuto che il territorio del GAL Valle del Belìce e alcune aree limitrofe costituiscono il nucleo principale della produzione nazionale di melone giallo di qualità. Questo primato è dovuto a fattori quali caratteristiche pedoclimatiche uniche, la posizione geografica, la cura nella selezione delle sementi e soprattutto il know-how degli agricoltori locali, frutto di decenni di esperienza.”
Al momento, la superficie coltivata si attesta a circa 3mila ettari tra le province di Trapani e Palermo, dimezzata rispetto ai 6mila ettari dei primi anni Duemila, come segnala il consigliere del GAL, Paolo Calcara. Questa contrazione è attribuibile a molteplici cause: aspetti economici, climatici, fitosanitari, incertezza economica, aumento dei costi di produzione, carenza di manodopera, scarsità idriche e mancanza di ricambio generazionale nelle aziende agricole.
Sfide e potenzialità di sviluppo
Nonostante le difficoltà, il settore mantiene elevato il potenziale di crescita, che però potrà concretizzarsi solo attraverso la qualificazione del prodotto e una efficace comunicazione delle sue peculiarità rispetto ad altre produzioni concorrenti. Il melone giallo del Trapanese è celebre per il suo aroma inconfondibile, la dolcezza e la capacità di conservazione, oltre alle sue qualità nutraceutiche: ricco di vitamine, minerali e antiossidanti, è una fonte preziosa di vitamina C, potassio e fibre.
Una recente indagine, condotta tramite dati bibliografici, ricerche dell’Università di Palermo e contributi delle ditte sementiere, ha confermato l’importanza del comparto: si coltivano circa 8 – 9 milioni di piantine su una superficie di 2.600 – 3.000 ettari, tra pieno campo e colture protette.
Riconoscimento IGP come volano
Per i promotori, l’IGP non è un semplice riconoscimento ma un vero motore di sviluppo. “Con il riconoscimento IGP – afferma La Grassa – puntiamo a distinguere nettamente il nostro melone dalle produzioni di altre aree come la Sicilia orientale o la Puglia, valorizzarne le caratteristiche distintive, dal profilo organolettico alla tenuta dopo la raccolta, e posizionarlo su più segmenti di mercato. Per raggiungere questi obiettivi serve un lavoro integrato che coinvolga agricoltori, tecnici, enti di ricerca, distributori e operatori del marketing agroalimentare.”
L’IGP rappresenta inoltre un’opportunità di riequilibrio territoriale e rigenerazione agricola. Il marchio, infatti, avvantaggia tutta la zona delimitata, che comprende gran parte della provincia di Trapani e i comuni sud-occidentali della provincia di Palermo, aumentando la visibilità e garantendo la qualità e autenticità legate al territorio di origine.
Rilancio sistemico e impatti economici
La prospettiva è quella di un rilancio complessivo dell’intero distretto produttivo, con un previsto incremento significativo delle aree coltivate, una crescita dell’occupazione e un raddoppio della produzione lorda vendibile, che potrebbe superare facilmente i 100 milioni di euro, evidenzia il direttore del GAL.
Ma il melone giallo del Trapanese può rappresentare ben altro: un elemento identitario e attrattivo per il turismo rurale e per le filiere esperienziali, integrandosi in maniera sempre più stretta con settori commerciali e ricettivi come gelaterie, ristoranti gourmet, attività turistiche e agrituristiche che potrebbero offrire esperienze legate all’IGP Melone Giallo di Trapani.
Anche in un contesto dove molte imprese agricole riflettono sul futuro della viticoltura e cercano nuove possibilità produttive, il melone giallo si propone come una risposta concreta. Può diventare un asse strategico di diversificazione per le aziende locali, specie in vista di una produzione sostenibile e redditizia.
Il progetto IGP si muove quindi su molteplici fronti: qualità, identità, filiera e innovazione. Una scommessa collettiva che affonda le radici nel passato e guarda con fiducia al futuro.
Foto copertina tratta da GAL “Valle del Belìce”
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